BRINDISI – La Cgil ha espresso forti dubbi riguardo al piano industriale di Eni Versalis per lo stabilimento di Brindisi. Durante una riunione, i vertici del sindacato e tutte le categorie interessate hanno discusso sulle loro preoccupazioni. Secondo una nota del sindacato, il piano Versalis non convince e tutti i confronti devono avvenire sui tavoli istituzionali, a partire dal 3 dicembre al Ministero del Made in Italy, con la garanzia del governo. Nei petrolchimici, compreso quello di Brindisi, i lavoratori diretti rappresentano poco più di un terzo della forza lavoro, mentre il resto sono lavoratori delle società co-insediate e appaltatori. La fermata del cracking a Brindisi avrebbe ripercussioni immediate e pesanti su Versalis e altri impianti locali, mentre le attività programmate continuano a essere annullate.
Antonio Frattini, coordinatore regionale Filctem Cgil Puglia, ha sottolineato l’importanza di garantire tutte le dovute garanzie in vista di questo cambiamento epocale. La Cgil ha prodotto un documento ufficiale con gli obiettivi della vertenza e le richieste specifiche. Il documento evidenzia che Brindisi, come altri siti strategici nazionali, è colpita dalla crisi del settore, dovuta a competizione globale, aumento dei costi energetici, restrizioni ambientali e necessità di una rapida transizione ecologica.
Il sindacato critica la trasformazione di Eni Versalis da produttore a intermediario, considerandola un errore strategico che aumenta le dipendenze del paese. Gli obiettivi della vertenza includono la salvaguardia dei posti di lavoro, la promozione di una transizione giusta verso processi produttivi sostenibili, l’incentivazione di investimenti in tecnologie verdi, la garanzia di condizioni di sicurezza e sostenibilità ambientale e la promozione di accordi che tutelino i diritti dei lavoratori nel processo di riconversione.
La Cgil ribadisce la necessità di un sostegno alla transizione ecologica e un incremento dei controlli ambientali, nonché la tutela attiva dei posti di lavoro per evitare chiusure o delocalizzazioni.