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Brindisi, l’incendio di rifiuti continua a far paura…

BRINDISI – In nottata anche i passeggeri dell’aereo Roma-Brindisi hanno potuto rendersi conto della gravità della situazione in riferimento all’incendio sviluppatosi in un deposito di rifiuti nel cuore della zona industriale di brindisi. Sembrava domato nel tardo pomeriggio di ieri e invece in nottata, complice il cambiamento del vento, le fiamme hanno interessato altre montagne di rifiuti e finanche i mezzi di una azienda situata a confine con la Tmm demolizioni da cui è partito tutto.

Nel frattempo, a terra i vigili del fuoco si sono letteralmente fatti in quattro per tentare di evitare il peggio e ci sono riusciti con il solito lavoro encomiabile, svolto in collaborazione con squadre provenienti da ogni parte della Puglia e dalla Basilicata.

Una situazione di emergenza che non accenna a diminuire, con l’unica variante che dal vento di scirocco si è passati al vento di tramontana grazie al quale il denso fumo che fuoriesce dalle montagne di rifiuti in fiamme non raggiunge il centro abitato.

L’intera area della zona industriale, in ogni caso, è stata inibita alla circolazione stradale con la presenza di pattuglie della polizia locale e delle forze dell’ordine.

Gli obiettivi da raggiungere sono due: il primo, ovviamente, è quello di avere la meglio sulle fiamme, anche se la storia di questi incidenti insegna che sotto le montagne di materiale di vario tipo cova l’incendio per giorni. Anche a Brindisi, del resto, se ne sa qualcosa, visto una gran quantità di rifiuti abbandonati nella ex Alfa Edile sono andati a fuoco praticamente ogni anno.

Il secondo obiettivo, invece, è quello di circoscrivere l’incendio per evitare che, anche per il vento che cambia direzione, possano essere coinvolte altre realtà produttive.

E poi ci sono i problemi di carattere ambientale visto che si registra in zona un forte superamento dei livelli di pm10. E ci sarà tempo anche per una indagine giudiziaria finalizzata a stabilire come si è fatto ad autorizzare che nel cuore della zona industriale ci fosse letteralmente una discarica a cielo aperto. Sempre che le autorizzazioni ci fossero realmente.

 

 

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