Musica a volume troppo elevato, al di sopra dei limiti consentiti, e schiamazzi degli avventori, avrebbero impedito il riposo e le occupazioni dei residenti, fino al 7 giugno 2022. Con l’accusa di aver reso molesta la movida, i titolari di sei locali del centro di Brindisi dovranno affrontare il processo. La prima udienza, si svolgerà la vigilia di Natale: la data del 24 dicembre prossimo, è la prima utile fornita dal sistema computerizzato secondo l’applicativo Giada.
Il processo si svolgerà davanti al tribunale in composizione monocratico, competente per il reato previsto dall’articolo 659 del codice penale e punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro.
Il procedimento penale scaturisce dalla denuncia presentata nell’estate del 2022 da un gruppo di residenti: 54 le firme in calce. I cittadini della zona del centro lamentavano musica a volume alto nell’esposto depositato tramite l’avvocato Francesco Monopoli. Da qui l’apertura del fascicolo da parte del pubblico ministero Francesco Carluccio e le misurazioni dei funzionari dell’Arpa.
Due dei sei titolari avevano chiesto di accedere all’oblazione, così come era successo nel 2021, dopo una denuncia analoga, rito alternativo attraverso il quale, con il pagamento di una somma di denaro concordata, si estingue il reato contravvenzionale.
Il giudice Simone Falerno, dopo aver sentito le parti a scioglimento della riserva assunta all’udienza del 7 novembre scorso ha dichiarato l’istanza non ammissibile e ha disposto la prosecuzione del giudizio del tutti.
Per il giudice, nei casi in cui “non vi sia stata alcuna offerta di riparazione del danno, appare integrata la condizione preclusiva” rispetto all’ammissione all’oblazione, nel caso in cui “permangono le conseguenze dannose o pericolose del reato eliminabili da parte del contravventore”. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Negro, Arturo Perrone e Alessandro Longo. Alcuni degli imputati sono tra i destinatari dell’ordinanza con cui il 25 ottobre scorso, il sindaco ha disposto lo stop alla musica per 30 giorni, tenuto conto delle rilevazioni fonometriche. Anche in questo caso, rischiano il processo.