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Cadavere del padre in casa: figlio assolto per vizio totale di mente

CORIGLIANO D’OTRANTO – E’ stato assolto per vizio totale di mente  Roberto Caracciolo, giudicato con ben due perizie psichiatriche – a cura del dottor Elio Serra – incapace di intendere e di volere. Il 57enne è il figlio di Antonio Caracciolo, ritrovato cadavere e in avanzato stato di decomposizione in casa sua a Corigliano dai carabinieri, il 15 marzo dello scorso anno. Accanto a lui, coperto con un lenzuolo steso su una brandina, candele e ventilatori accesi.

Nel giorno dell’udienza preliminare davanti alla Gup Valeria Fedele, il pubblico ministero Patrizia Ciccarese ne aveva invocato il proscioglimento.

All’inizio si pensò ad un omicidio volontario, dacché il figlio continuò a riscuotere la pensione del padre anche post mortem. La ipotesi di reato definitive a carico di Roberto Caracciolo cambiarono poi all’esito delle prime indagini. Sull’uomo pesano ad oggi le accuse di occultamento di cadavere, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebito utilizzo di carte di credito.

Per ciò che riguarda l’occultamento il legale difensore, l’avvocato Fabrizio Ruggeri, che in apertura di udienza ha chiesto il rito abbreviato, ha invocato l’assoluzione del suo assistito.

La decisione della giudice è arrivata nel primo pomeriggio.

Dal dicembre scorso l’indagato si trova in regime di libertà vigilata in una Crap (comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica). Misura che è stata confermata in sede di sentenza per i prossimi due anni.

Ancora oggi l’uomo parla del padre come di una persona ancora in vita. “Quello non è mio padre” disse subito dopo il ritrovamento, tanto da rendere necessario l’esame del Dna, che confermò l’identità del cadavere.

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