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Baia dell’Orte, la replica della Rapa Iti: “Il sito è sempre stato fruibile utilizzando le strade pubbliche”

OTRANTO – Sugli accessi alla Baia dell’Orte di Otranto interviene la Rapa Iti Srl, la cui azienda-di circa 60 ettari- che svolge attività agricola, commerciale e bosco didattico, ricade nel sito.

L’avvocato Antonio Carone, che assiste la Rapa Iti, precisa che “È falso che l’intera Baia sia stata chiusa ad opera della proprietaria del ben più piccolo compendio agricolo, avendo questa solo regolamentato il solo accesso alla sua proprietà “. Proprietà che è diventata privata dal 2021, come evidenziano i documenti, compreso lo stradone di cui tanto si discute. “Questo – precisa l’avvocato- non è che una viabilità interna privata di servizio della sola proprietaria, e non congiunge in alcun modo ambiti pubblici, ma solo le pertinenze private dei due fabbricati esistenti: la Masseria, in fase di ristrutturazione, e il Casotto dove è svolta attività di bar, ristoro e di bosco didattico.

Il tutto è stato opportunamente censito dal Parco con la pubblicazione dei suoi sentieri che, non inserisce né contempla la strada in questione, gli stessi battuti e segnalati da “Cammini del Salento” e altri.

L’avvocato Carone evidenzia inoltre, che all’ingresso da Via Orte, da sempre delimitato da una sbarra, insistono da anni cartelli che segnalano l’esistenza della proprietà privata con la dicitura, ‘divieto di accesso i trasgressori saranno puniti a norma di legge’. Una volta oltrepassata la sbarra, si entra nella pertinenza diretta, tutta recintata, del fabbricato Masseria Orte, e solo attraversando questa e la seconda sbarra, ci si immette nello stradone in battuto, che congiunge le aree di proprietà e il Casotto dove si svolgono le attività. Tale strada – precisa inoltre l’avvocato- è stata sempre manutenuta dal proprietario senza alcuna ingerenza pubblica. Per questo- continua- è falso sostenere che su detta via insiste una servitù di passaggio da sempre e che i fruitori del sito Orte l’abbiano agevolmente percorsa, considerando che anche durante la gestione del Diving Paradise, dal1999 al 2020, potevano accedere solo gli associati.

Il legale della società, infine, sottolinea che “questo sito è sempre stato fruibile, ovviamente utilizzando le strade pubbliche esistenti come la Vicinale Cannime a Sud e Strada Vinale Orte-Punta Facì a Nord’, la prima, peraltro, anche più corta rispetto allo stradone privato, servita inoltre da parcheggio pubblico e raggiungibile tramite la bretella SP 369.

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