LECCE – Il mare è a qualche decina di metri. Bello, limpido, invitante. Poco o per nulla attraente è invece l’intera area che si affaccia sul campetto di calcetto. Siamo a in via del Lillà, a Torre Chianca, una della marine leccesi. Ci siamo tornati a distanza di un anno per verificare la situazione. Purtroppo, come vedete da queste immagini, non è cambiato nulla. L’abbandono e il degrado regnano sovrani, incuranti delle esigenze di cittadini e turisti che affollano questa località balenare soprattutto nei mesi estivi.
Il campetto di calcio è assolutamente precario e insicuro. Reti divelte e pali arrugginiti mettono a serio rischio l’incolumità di chi passeggia in quella zona. Per non parlare del rettangolo verde dove sono in bella mostra non solo i rifiuti ma anche buche piazzate qua e là: impossibile giocare una partitella senza rischiare di farsi male. Il campetto è circondato da rifiuti, ma quel che è peggio, a due passi vi è un ponticello assai precario che conduce in via del Tiglio attraversando una selva di arbusti e radici che emergono rigogliosi da uno dei tanti canali che circondano Torre Chianca, in attesa da una vita di essere ripulito e bonificato dal Consorzio di Bonifica.
Qualche metro più in là ecco il parcheggio destinato alle auto sul quale si affacciano altri arbusti ed erbacce che fanno fatica ad emergere in quanto sommersi da rifiuti di ogni genere. Un cimitero di bottiglie e altre diavolerie che di fatto impediscono di addentrarsi in questa mini giungla cittadina. Gli odori che emanano i rifiuti sono nauseabondi.
Sotto l’unico albero c’è spazio per quel che resta di una piccola sdraio e un cestino dei rifiuti paradossalmente vuoto: più comodo gettare l’immondizia nel verde. Un inno all’inciviltà e alla maleducazione.
Neanche le giostrine di fronte al campetto di calcetto se la passano bene. Tra buche, o meglio, voragini, e pezzi di legno divelti c’è ben poco da stare tranquilli.
La speranza è che l’ennesimo Sos lanciato dal nostro sportello Dillo a Telerama non cada nel vuoto. Torre Chianca e i suoi cittadini (e gli stessi turisti) non lo meritano