LECCE-BRINDISI – Al Clan Scu “Soleti” il consolidato monopolio nel sud del Brindisino non bastava più ed è per questo che avrebbe esteso i suoi tentacoli anche in provincia di Lecce, scommettendo sul gioco illegale e lo smaltimento di rifiuti speciali, con la connivenza di aziende del settore e tenendo sotto scacco decine di imprenditori, a suon di minacce ed estorsioni, con otto episodi accertati in tal senso.
È per queste accuse che i finanzieri del Comando provinciale di Lecce all’alba hanno eseguito 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere: 15 gli arresti scattati nel Brindisino e 10 nel Leccese. 34 gli indagati complessivi.
Cinque le aziende per le quali è stato disposto il sequestro preventivo con l’accusa di aver preso parte attivamente agli affari illeciti del sodalizio: una a Carmiano, due a Matino, una a San Donaci e un’altra a Brindisi città.
Su delega di Procura leccese e Direzione Distrettuale Antimafia, i finanzieri – con il supporto dello SCICO e dei colleghi di Brindisi e Taranto – hanno eseguito gli arresti di buon mattino, dando seguito alle indagini condotte dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata: 170 uomini in campo supportati da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Bari.
Le indagini preliminari hanno accertato come i due storici soggetti al vertice del sodalizio radicato nei comuni di San Pietro Vernotico, San Donaci, Tuturano e Torchiarolo abbiano – a partire dal 2019 – ampliato il giro dei propri affari in tutto il Salento. Lo avrebbero fatto dietro le sbarre (già condannati per associazione mafiosa) spostando il business core degli affari dallo spaccio alle scommesse e la raccolta e stoccaggio di olio esausto, alimentare e non.
Fondamentale il ruolo giocato, nella genesi degli approfondimenti investigativi, dalle confessioni di collaboratori di giustizia. Ad incidere anche la collaborazione di vittime accertate di estorsioni (tutti imprenditori), costretti a rescindere precedenti contratti in essere per lo smaltimento oli esausti e sottostare ai diktat del clan, con le società prescelte da quest’ultimo e che adesso sono accusate di concorso esterno in associazione mafiosa. E poi ancora affari con la raccolta illegale di scommesse in denaro a quaota fissa e la gestione, in numerosi locali pubblici tra Lecce e Brindisi, di slot alterate, oltre al già consolidato sistema di traffico e spaccio di cocaina e marijuana, con una percentuale degli introiti che i sodali dovevano versare al clan (il cosidetto “Punto”).
Per eludere eventuali controlli gli indagati si erano premuniti di strumenti all’avanguardia, con piattaforme di messaggistica e comunicazioni criptate e disturbatori di frequenza.
Le fiamme gialle sono riuscite comunque ad intercettare le loro comunicazioni, effettuare servizi di pedinamento, osservazioni e video-riprese: un’attività complessa e che ha partorito l’ennesimo scacco alla Sacra Corona Unita imprenditrice.
GLI ARRESTATI SONO:
SOLETI Pietro, San Donaci
CLEMENTE Benito, San Donaci
CALIANDRO Antonio, San Donaci
FORTUNATO Vincenzo, San Donaci
PRESTE Vincenzo, San Donaci (detto l’Imprenditore)
MIGLIETTA Enrico, Torchiarolo
MAIORANO Antonio, Torchiarolo (detto Claudio)
DIVIGGIANO Antonio, Torre Santa Susanna
CALABRESE Gianluca, Copertino
DE MARCO Antonio, Cellino San Marco
DIVIGGIANO Salvatore, Torre Santa Susanna
IAZZI Giampiero, San Pietro Vernotico
MONTEFORTE Alessandro, San Pietro Vernotico (detto Alex)
PAGANO Mirko, Copertino
PERRONE Antonio, Torchiarolo (detto Barabba)
PERRONE Francesco, San Pietro Vernotico (detto Lo sbirro)
PIZZOLANTE Pierpaolo, Acquarica del Capo
QUARANTA Giuseppe, Lecce
SACCHI Antonio, San Vito dei Normanni (detto Pitbull)
ROI Cristian, Nardò (detto Secco)
VITALE Fabio, Lecce
BARONE Francesco, Matino
MIGLIETTA Damiano, Trepuzzi
PUCA Ernesto, San Donaci
SQUITTINO Carlo, Castro (detto Giancarlo)