BRINDISI – A giudicare dai resoconti proposti dagli organi di informazione, gli esiti del tavolo sulla decarbonizzazione svoltosi la settimana scorsa in Prefettura sono a dir poco indecifrabili.
Alla presenza di un alto dirigente del Ministero del Made in Italy, di due assessori regionali, del responsabile della task force regionale e dei rappresentanti degli enti locali, sono state illustrate delle proposte progettuali attraverso cui si dovrebbero creare grandi opportunità occupazionali, a fronte di investimenti per centinaia di milioni di euro. Il tutto, inquadrato prevalentemente all’interno del cosiddetto Green Deal che dovrebbe determinare le condizioni per una svolta in campo ambientale, a discapito di produzioni energetiche a carbone o comunque altamente inquinanti.
Di concreto, comunque, è bene dirlo, c’è ancora poco visto che si tratta di idee ancora prive di attendibili piani industriali.
E poi sul tavolo non si è parlato di una nuova grande occasione occupazionale che invece il giorno dopo campeggiava sulle pagine dei quotidiani. Il riferimento è all’azienda che dovrebbe nascere per assemblare pannelli fotovoltaici da montare su tuttra la rete ferroviaria nazionale. Un’idea di investimento data addirittura per già realizzata dal ministro Salvini durante la sua visita a Brindisi in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo. Salvini addirittura parlò di avvio della produzione già a fine estate e di centinaia di posti di lavoro. Il tutto, frutto di una intesa tra una azienda pugliese, la Cisa, RFI ed Enel che dovrebbe fornire pannelli fotovoltaici prodotti nella giga factory di Catania.
Ma se c’è davvero un impegno da parte di Enel, perché tutti i rappresentanti istituzionali parlano di un’Enel “non pervenuta”?
Insomma, molta confusione, Tante promesse e pochi fatti concreti. Ecco perché è il giunto il momento di voltare pagina e di cominciare a fare sul serio.