LECCE – Pur non essendo di per sé fatale, l’infezione da Legionella – in un quadro clinico già complesso – può avere un esito drammatico.
Nelle scorse ore un nuovo caso di positività emerso al Vito Fazzi di Lecce, con un paziente che dalla Neurochirurgia è stato trasferito in Terapia intensiva, ha spinto l’azienda sanitaria a sospendere in via preventiva i ricoveri nel reparto in questione. Le condizioni del paziente, risultato infetto dal batterio, si sarebbero improvvisamente aggravate. Il reparto di Neurochirurgia è stato sanificato e Asl ha avviato tutte le verifiche necessarie per comprendere cosa sia realmente accaduto.
Dopo i casi emersi da un mese a questa parte, venerdì scorso Asl ha reso noto che nella palazzina dove ha sede Malattie infettive e nei terminali idrici del Polo Oncologico i monitoraggi disposti sono risultati negativi.
In questi due reparti sono stati registrati gli ultimi due casi di positività al batterio che, stando agli accertamenti, sarebbero però precedenti al ricovero in ospedale. Il penultimo caso, infine, si è avuto i primi del mese e ha riguardato un paziente ricoverato nel reparto di Ematologia.
È stato il primo decesso, quello di una 56enne di Squinzano, ad insinuare il dubbio e lanciare l’allarme: dopo la denuncia dei familiari, la Procura ha aperto un fascicolo di inchiesta e la Polizia Giudiziaria nelle scorse settimane ha raggiunto in nosocomio per i dovuti approfondimenti. Le analisi delle condutture idriche nell’abitazione della donna, va detto, hanno dato esito positivo, dunque potrebbe essere arrivata in ospedale già infetta.
Anche in questo caso, dunque, sono in corso le verifiche per comprendere a quando risalga il contagio e se sia o meno avvenuto durante la degenza.