LECCE – Avrebbe ottenuto ed esibito un certificato falso, che attestasse la necessità di fanghi e bagni termali per provare sollievo per le sofferenze legate ad una frattura a tibia e perone: Terme che avrebbe, in questo modo, raggiunto pur essendo ristretto ai domiciliari.
È la nuova accusa mossa dalla Procura di Potenza nei confronti del giudice leccese Pietro Errede, già coinvolto in una maxi inchiesta nel 2022 quando era in servizio nella Sezione fallimentare del Tribunale di Lecce: è in quel contesto che avrebbe- stando all’accusa, ottenuto incarichi di un certo peso in cambio di regali costosi e nomine.
In questa nuova indagine, si diceva, una nuova accusa: secondo il pubblico ministero Francesco Curcio, titolare del fascicolo, il giudice avrebbe – con la complicità del suo medico curante – attestato il falso, godendo di cure termali non coerenti con il reale quadro clinico. Così facendo avrebbe ottenuto di allontanarsi periodicamente dal suo domicilio, al quale era ristretto per effetto dell’inchiesta di due anni fa.
Magistrato e medico, quest’ultimo 40ennne residente a Lecce, sono stati raggiunti nelle scorse ore da un decreto di citazione diretta a giudizio: dovranno comparire davanti al giudice monocratico il 25 novembre prossimo per l’udienza predibattimentale. In quell’occasione sarà il giudice a valutare se i due dovranno essere sottoposti a processo.