LECCE – L’ipotesi di reato è di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
Al centro di una nuova inchiesta della Procura di Lecce è finito il Vito Fazzi, dopo il decesso di un 56enne di Squinzano nel reparto di Terapia Intensiva, risultata positiva alla Legionella. Nelle scorse ore gli agenti di Polizia Giudiziaria hanno scandagliato i reparti dell’ospedale in cui la presenza del batterio è stata accertata tramite indagini interne, certificando ad oggi la positività di due pazienti ricoverati nei reparti oncologico e malattie infettive, entrambi in buone condizioni di salute.
Il caso è scoppiato quando i famigliari della donna squinzanese, con al fianco l’avvocato Gianluigi Manelli, hanno presentato un esposto per fare chiarezza su cosa sia accaduto dopo l’intervento chirurgico superato brillantemente dalla paziente, affetta da grave polmonite, le cui condizioni sarebbero però precipitate, gravando su un quadro clinico delicatissimo, fino all’epilogo più brutto.
Al netto della presenza del batterio emersa dai campionamenti sulle acque ancora in corso, Asl ha però sempre smentito la tesi secondo cui la 56enne si sarebbe contagiata durante la degenza. Sono in corso i campionamenti e le indagini anche sull’acqua dell’abitazione in cui la donna viveva e all’interno della quale, però, nessun famigliare convivente ha contratto il batterio. Per i risultati bisognerà attendere qualche giorno.