Torna a riunirsi il Consiglio comunale di Bari, dopo l’infuocata seduta d’esordio del 21 agosto scorso. Fra gli otto punti all’ordine del giorno, la presa d’atto della nomina degli assessori da parte del sindaco Vito Leccese. In casa 5 Stelle si cerca la quadra dopo l’insurrezione dei due consiglieri comunali eletti – Antonello Delle Fontane e Italo Carelli – che hanno contestato la nomina dell’assessore esterno Raffaele Diomede, poi revocata dal primo cittadino. Entreranno in giunta, e chi sarà il designato?
Ma il vero nodo da sciogliere è l’elezione del presidente dell’assemblea comunale e del vice, per cui servono 24 voti. Il favorito sembra il nome indicato dallo stesso sindaco, Romeo Ranieri, in quota Con, il partito del presidente Emiliano. Ma fra i pretendenti c’è anche il veterano Pd Marco Bronzini.
Lente d’ingrandimento anche su un altro punto in discussione: le linee d’indirizzo per le nomine dei rappresentanti del Comune in seno ad enti, aziende, istituzioni, società partecipate e organismi vari, per il mandato amministrativo 2024/2029. Terreno minato, visti i guai scaturiti dall’inchiesta della procura di Bari del febbraio scorso con 130 arresti, che ha svelato gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria, fino al commissariamento dell’Amtab e alla nomina di una Commissione Antimafia del Viminale per verificare l’ipotesi di infiltrazioni mafiose al Comune di Bari. Dall’esito del lavoro di accertamento dei commissari, atteso entro fine mese, dipenderà il futuro amministrativo non solo del Comune di Bari ma, per reazione a catena, della Regione. Nei giorni scorsi infatti il neo europarlamentare Antonio Decaro, che ha lasciato con rimpianto la poltrona di sindaco di Bari dopo due mandati consecutivi ed è il più papabile candidato presidente del centrosinistra alle regionali 2025, ha dichiarato che sarebbe pronto a ricandidarsi come primo cittadino in caso di scioglimento del Comune per mafia. E se Decaro scegliesse Bari, alla Regione prenderebbe quota l’eventuale terzo mandato di Emiliano.