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Baia delle Orte, è battaglia: “restituiamola ai cittadini”

OTRANTO – I sentieri pubblici dissestati, i cui costi di ripristino non potevano essere sostenuti dai proprietari, hanno spinto questi ultimi ad impedire l’accesso al pubblico all’area privata della baia delle Orte, a Otranto, per l’intera stagione estiva. I giudici del Tar di Lecce, con apposita sentenza, chiedono adesso loro di ripristinare lo stato dei luoghi, con particolare riferimento ad una strada che, al margine di un sopralluogo tecnico, è risultata cancellata da un’aratura profonda. Le altre, ad ogni modo, non versano in condizioni migliori. Motivo per il quale la società proprietaria dell’area privata continua a sostenere di non poter intervenire da sola, ma piuttosto invoca un accordo con il Comune e l’Ente Parco.

Una questione non semplice quella dell’accesso al pubblico al sito naturalistico, patrimonio collettivo e del turismo ambientale del territorio idruntino.

Il Movimento Regione Salento di Otranto, a tal proposito, ha deciso di avviare una battaglia per restituirlo ai cittadini.

“Da tempi immemorabili generazioni di residenti e turisti hanno goduto del libero accesso al sito – spiega – percorrendo il sentiero costiero, attraversando i tratturi storici. L’area, divenuta esclusivamente privatistica, è ora accessibile solo agli ospiti della società che dispongono di una prenotazione. L’accesso negato ai cittadini, con il conseguente impedimento della fruizione di un bene collettivo, ha generato malumori e disordini, con molti residenti che si sentono privati di un diritto acquisito.
Il Movimento Regione Salento, interpretando le istanze dei cittadini – spiega il coordinatore cittadino Matteo Papadia – ha deciso di farsi capofila di un’azione che mira a garantire alla collettività il diritto di riappropriarsi di un bene illegittimamente sottratto a favore dell’interesse di pochi. L’obiettivo primario è quello di indurre la società proprietaria dei terreni a desistere volontariamente dalla propria posizione oltranzista, evitando così il ricorso all’autorità giudiziaria.

Intanto -conclude Papadia – invitiamo tutta la cittadinanza, le associazioni e gli enti preposti a unirsi in questa battaglia per la difesa del territorio e dei diritti collettivi”.

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