CAPO DI LEUCA – Era nella cabina di verniciatura in azienda, fuori c’erano 40 gradi esatti, dentro di più. Prima il malore, poi la corsa in ospedale, il coma per insufficienza multiorgano dovuta al colpo di calore e, infine, l’invalidità permanente. La Procura di Lecce chiude l’inchiesta sul dramma vissuto e denunciato nel luglio del 2023 da un operaio residente nel capo di Leuca e impiegato in un’azienda metalmeccanica della zona. Nel registro degli indagati sono iscritti il suo datore di lavoro e il figlio, ingegnere responsabile della prevenzione e protezione. A difenderli l’avvocato Francesco Vergine.
Sono entrambi accusati di aver violato le norme in materia di sicurezza sul lavoro, non adottando alcuna misura a tutela degli operai nonostante quei giorni le temperature fossero elevatissime, come certificato dai bollettini regionali.Al suo arrivo in ospedale l’operaio aveva una temperatura corporea di 42,6°.
Le indagini, condotte dai carabinieri sotto il coordinamento del pubblico ministero Donatina Buffelli, sono adesso concluse. Titolare e figlio rischiano il processo.