“Una vita sconvolta salvificamente da un nuovo incarico e da una nuova responsabilità ecclesiale. Sin da ora ti manifesto tutta la mia disponibilità a collaborare per servire con gioia la gente che il Signore ci ha affidato”. Sono state le prime parole che mons. Panzetta ha rivolto a mons. Seccia e al clero leccese. Nato a Pulsano il 26 agosto del 1966, dopo aver frequentato il seminario minorile diocesano e quello maggiore di Molfetta, è stato ordinato sacerdote il 14 aprile del 1993. L’anno dopo ha conseguito la licenza in teologia morale e nel 2000 il dottorato presso l’accademia Alfonsina di Roma. Ha iniziato il suo ministero sacerdotale a Pulsano e poi tra Martina Franca, Montemesola, Taranto e Carosino. Ha diretto l’ufficio di pastorale della famiglia sia in diocesi che a livello regionale ed è stato assistente spirituale diocesano della comunità Gesù ti Ama del rinnovamento carismatico cattolico. Dal 2008 al 2011 padre spirituale nel seminario Pio XI di Molfetta, docente di teologia morale presso l’istituto di scienze religiose di Taranto, l’Istituto Teologico Santa Fara di Bari e l’Istituto Teologico Regina Apuliae di Molfetta, dove è stato anche vicepreside e preside fino alla nomina a vescovo nel 2019, arrivando a prendere possesso dell’arcidiocesi il 5 gennaio 2020, dopo l’ordinazione episcopale del 27 dicembre 2019.
“Verrò a Lecce con la consapevolezza umile di chi sente di poter apprendere da un fratello maggiore. Il mio cuore è già pronto anche a donare quanto ho imparato in tutti gli ambiti di servizio alla Chiesa che ho sperimentato nel mio ministero. Da quando mi è stata comunicata la volontà del Santo Padre di trasferirmi a Lecce ho cominciato a pregare per la gente e soprattutto per i malati, per chi vive in situazione di disagio e per le nuove generazioni che hanno bisogno di una grande custodia divina per poter fiorire nell’amore vero.
“Chiedi al Signore per me – ha detto mons. Panzetta a Mons. Seccia – la grazia di vivere bene anche il doloroso distacco dalla Chiesa di Crotone-Santa Severina che amo profondamente “nelle viscere” di Cristo.
