GALATINA – In questo periodo di grande affluenza, in cui ospedali e servizi di emergenza sono sotto pressione con oltre 800 soccorsi in sole 48 ore, si continua purtroppo a parlare di aggressioni nei confronti del personale sanitario. L’ultimo in ordine di tempo ai danni di un infermiere del nosocomio di Galatina, mentre svolgeva il proprio lavoro.
Si trovava in sala d’attesa e stava soccorrendo una paziente giunta in ambulanza in codice verde. E’ stato a quel punto che il marito della donna ha dato in escandescenze. Ha aggredito l’infermiere di spalle, con schiaffi, pugni e spintoni, a cui sono seguite anche aggressioni verbali. Sono stati momenti di forte tensione e solo la professionalità del dipendente attento a non reagire ha consentito che l’episodio non degenerasse. Sul posto sono giunti così prima gli agenti della polizia locale e subito dopo i carabinieri che hanno raccolto la denuncia del malcapitato, che è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni.
Ancora una volta gli ospedali, già messi a dura prova dalla mole di lavoro e dalla carenza di personale, diventano così teatro di un’inaccettabile violenza, che colpisce chi quotidianamente si dedica con dedizione e professionalità alla cura degli altri.
“E’ importante chiarire- afferma Floriano Polimeno segretario provinciale della Fp-Cgil- che uno dei fattori principali che determinano lunghe attese nei pronto soccorsi è l’uso improprio del servizio emergenza urgenza. Spesso, infatti, casi che dovrebbero essere gestiti dalla medicina territoriale finiscono invece per sovraccaricare il 118. Bisogna trovare una soluzione a tutto questo -conclude- e garantire una presenza costante della vigilanza all’interno del Pronto Soccorso di Galatina”.
