LECCE – Sono passati diciassette anni da quel tragico agosto del 2007, in cui la voce di Sergio Vantaggiato si è spenta per sempre. Una voce e un volto che per tutti i tifosi del Lecce erano diventati un simbolo, un punto di riferimento.
Sergio era più di un giornalista sportivo, era il cuore pulsante delle cronache giallorosse, con quella sua erre moscia inconfondibile che rendeva ogni parola unica e capace di scolpire un solco nelle emozioni di chi lo ascoltava.
Quel viaggio a Parigi, promesso al suo Martino, che aveva otto anni all’epoca, doveva essere un’avventura indimenticabile. Il destino però ha voluto diversamente. Quella sera alla stazione di Bir-Hakeim, una mano crudele ha strappato via non solo un borsello, ma una vita intera. Sergio è caduto, è entrato in coma, e poi è volato via leggero come una piuma, lasciando un vuoto che ancora oggi è impossibile colmare.
Ogni volta che il Lecce scende in campo sembra che Sergio sia lì, in tribuna, a tifare con la stessa passione di sempre. Quella passione che lo portava a riempire il suo studio di cassette, di cenere, di appunti, tutti disposti in un ordine solo suo, ma perfetto nella sua disordinata bellezza.
Sergio manca a tutti. Ai tifosi del Lecce, manca in redazione a TeleRama, dove la sua penna onesta e incisiva era per tutti i colleghi una luce di emozioni e verità. Manca al Via del Mare, dove ogni sua telecronaca riusciva a diventare una poesia per i tifosi. L’assenza di Sergio rappresenta un vuoto incolmabile.
E lascia un senso di incredulità in tutti noi non conoscere ancora oggi il nome di quei balordi che lo hanno strappato alla vita a soli 41 anni. Ma nonostante la rabbia e la delusione, il ricordo di Sergio rimane limpido ed ha il profumo dell’onestà e del talento.
Solo affetto e nostalgia nel suo ricordo a forti tinte giallorosse che colorano i cuori e i ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
