Aprire gli ombrelloni con due ore di ritardo (per ora) per denunciare la situazione di stallo e incertezza che sta vivendo il comparto dei balneari, settore cruciale nell’economia turistica di questo territorio e di tutta Italia.
È la forma di protesta proposta dal SIB, Sindacato Italiano Balneari, e alla quale hanno scelto di aderire anche altre sigle sindacali: l’iniziativa, con la chiusura simbolica degli ombrelloni fino alle 9.30 del mattino, è prevista per il 9 agosto prossimo. Potrebbe essere, però, solo la prima di una lunga serie laddove l’appello non dovesse essere accolto dai decisori politici.
In provincia di Lecce a sollecitare la partecipazione è il presidente della sezione locale del sindacato, Sandro Portaccio. “Il Governo – dice – deve urgentemente fare chiarezza sull’applicazione della direttiva Bolkenstein e dunque i bandi di gara, le tutele per gli imprenditori uscenti dopo anni di investimenti e i famigerati indennizzi che pure sono stati annunciati”.
La mobilitazione dei balneari è stata decisa nei giorni scorsi dopo che le organizzazioni di categoria hanno riunito assemblea, giunta e direttivo e dialogato con le altre organizzazioni sindacali per valutare il da farsi in vista dell’imminente chiusura estiva del Parlamento. “Una battuta d’arresto – tuona il SIB – in questo momento più che mai inaccettabile, con il destino di migliaia di imprenditori balneari in bilico”. Ecco perché gli occhi sono puntati sulla data del 7 agosto, giorno dell’ultimo consiglio dei Ministri prima della pausa estiva.
Laddove le richieste non dovessero essere ascoltate, la protesta potrebbe andare avanti ad oltranza.