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Paziente suicida al “Vito Fazzi” nel 2022, chiusa l’inchiesta: nove indagati

LECCE – Sale a nove il numero degli indagati per la morte del 40enne di Gagliano del Capo, trovato senza vita la mattina del 21 aprile 2022 in un giardinetto del complesso ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, vicino al pronto soccorso. La vittima venne rinvenuta da un’operatrice del 118. Le indagini stabilirono che si trattò di suicidio: l’uomo si lanciò dal balcone del terzo piano. Tuttavia, per la Procura ci sono dei responsabili, poiché l’uomo era considerato “a rischio” e non sarebbe stato adeguatamente sorvegliato. Positivo al Covid, era stato ricoverato nel reparto di Medicina poiché il reparto di Psichiatria non aveva posti letto per pazienti Covid. Dopo la denuncia dei familiari, rappresentati dall’avvocato Fulvio Pedone, inizialmente erano stati indagati un medico e tre infermieri, ma l’inchiesta ha poi coinvolto altre persone.

L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato a nove persone in totale: due psichiatri, tre infermieri e quattro dirigenti dell’epoca. Tra questi, Rodolfo Rollo e Roberto Carlà, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario pro-tempore dell’Asl di Lecce, e Carlo Sabino Leo e Antonio Pastore, all’epoca direttore e direttore amministrativo pro-tempore del “Vito Fazzi”.

Tutti sono accusati di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario, con particolare accusa per i dirigenti di non aver attivato posti letto per pazienti psichiatrici Covid nel reparto di Psichiatria.

Secondo il Pm Carducci, per il 40enne, noto per i suoi disturbi, si sarebbe dovuto trovare ospitalità in una struttura più idonea, come il “Perrino” di Brindisi. Inoltre, sebbene un medico avesse individuato il rischio suicidario, raccomandando “attenta sorveglianza” in cartella clinica, questa indicazione non sarebbe stata rispettata dal personale che subentrò al turno notturno, permettendo così all’uomo di realizzare il suo proposito suicidario.

Ora gli indagati avranno venti giorni per produrre memorie, acquisire atti dell’inchiesta e chiedere di essere interrogati per chiarire la propria posizione, assistiti dai loro avvocati.

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