GALLIPOLI – Si scrive “parcheggi”, si legge “caos e ingorghi” in prossimità del mare. E adesso gli occhi, per una svolta definitiva, sono tutti puntati sulla Procura, chiamata a decidere sulle istanze di dissequestro depositate per le aree interdette per effetto di inchieste giudiziarie e contestazioni di illeciti.
Quello dei posti auto è un nodo che si fatica a sciogliere anche quest’estate e che – come lamentato dagli imprenditori balneari gallipolini anche questo week-end – si sta inevitabilmente ripercuotendo sulle prenotazioni nei lidi, a dire degli avventori “raggiungerli è troppo faticoso”.
Dopo la sburocratizzazione dell’iter autorizzativo delle aree sosta temporanee, con il quale il Governo ha impresso un’accelerata determinante per la risoluzione del problema, il punto è che gli stalli a disposizione sembrano comunque non bastare. Gallipoli e Otranto, in qualità di località più gettonate, sono quelle a soffrire maggiormente, nonostante i piani per la mobilità ad hoc e le nuove aperture.
Le aree attualmente sotto sequestro, quasi tutte in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, stando ai numeri garantirebbero centinaia di posti auto in più.
Prima su tutte, a Gallipoli, l’area a ridosso della litoranea Sud. Proprio questo lunedì mattina i tecnici comunali hanno effettuato un sopralluogo per verificare che tutte le opere di tutela ambientale fossero in linea con i diktat necessari per la riapertura della zona, per la quale è stata presentata apposita istanza di dissequestro. In ballo ci sono 350 posti che sarebbero messi a disposizione gratuitamente, a cui se ne aggiungono altri 50 in un’area limitrofa destinati alle categorie protette. Secondo quanto consentito dal nuovo emendamento in quella stessa area, perimetrata con uno studio di fattibilità già lo scorso anno, di aree sosta potrebbero sorgerne delle altre laddove i privati presentassero istanza a tal fine. Stando alle stime, si potrebbe arrivare a 500 posti in più.
Ecco perché, in entrambi in casi, non resta che attendere: da una parte gli effetti dell’emendamento, dall’altra la decisione della Procura.