BARI – Tante leggi ma poche quelle con copertura finanziaria. E soprattutto, ancora una volta, troppi debiti fuori bilancio, troppe parcelle agli avvocati esterni.
La Corte dei Conti striglia la Regione Puglia prima della Parifica di bilancio che arriverà, con ogni probabilità, dopo la pausa estiva.
Intanto però i giudici contabili fanno le pulci alle leggi approvate. Non per il senso delle stesse, quanto più per il fatto che non sono accantonati i giusti finanziamenti per applicarle. E soprattutto perché poi si corre alla ricerca dei fondi con troppi correttivi che spostano soldi di qua e di là, in maniera travagliata e poco precisa.
Nella relazione della Sezione Controllo, la Corte passa al microscopio le 38 leggi approvate nel 2023. Di queste 20 su proposta della Giunta regionale e 18 da consiglieri regionali; se per 22 di queste grossi problemi non ce ne sono, in 16 ciò che manca è proprio la reale disponibilità finanziaria. Un esempio su tutti è per la legge sul sequenziamento del genoma. Per questa legge, ripercorre la Corte, furono previsti 10 milioni di euro. Ridotti poi a 1milione. Che, però, fu necessario attingere, attraverso una variazione di bilancio, dai 10 milioni destinati ai Consorzi di bonifica.
E non solo: “il travagliato iter di approvazione che ha interessato il progetto di legge – si legge nella relazione – trova chiara evidenza nella documentazione informativa in larga parte non aggiornata nel corso dei lavori consiliari e non rispondente al contenuto del provvedimento normativo definitivamente approvato”. In buona sostanza relazione tecnico finanziaria e referto tecnico, strumenti essenziali, non risultano rispondenti al testo approvato, ma fermi a versioni precedenti. Altre due criticità evidenziate dalla Corte riguardano il fatto che questa legge, come altre, preveda una spesa aggiuntiva nonostante i paletti imprescindibili del piano di rientro e che si demandi alla giunta la possibilità di prorogare il programma di sequenziamento, dopo il primo anno, ledendo le prerogative del Consiglio, “unico organo deputato all’individuazione delle coperture finanziarie”, come recita la relazione.
Un meccanismo che si ripete per ogni legge senza copertura. L’ultimo richiamo è sull’annosa – ed evidentemente non risolta – questione dei debiti fuori bilancio: per i giudici contabili, sono ancora troppi. Le cause principali sono le parcelle agli avvocati esterni e proprio la mancata preventiva copertura finanziaria delle leggi che poi spinge a ricorrere a questo strumento. Troppo, però. Tanto che la spesa, per questa voce, è raddoppiata: dai 6 milioni del 2021 ai 12 milioni del 2023.