LECCE – Nei giorni di afa come quelli che si stanno vivendo nel Salento, per cittadini e turisti può rappresentare una sorta di exit strategy, un’àncora di salvataggio per cercare di trovar riparo dal sole all’ombra di qualche albero di pino. La Villa comunale di Lecce appare ai nostri occhi come una nobildonna segnata dal tempo, incapace di arrendersi alle intemperie della vita. Ma occorre fare i conti con la realtà. Che ci racconta un’altra storia, fatta di degrado e di inerzia, di abbandono e di sporcizia.
Non è un caso che le segnalazioni dei cittadini al nostro sportello Dillo a Telerama si susseguano quasi ininterrottamente. Le immagini sono eloquenti e certificano una situazione inaccettabile. Nei giorni scorsi con le nostre telecamere siamo entrati nei bagni pubblici. Ecco cosa abbiamo trovato.
Tutto intorno lo scenario resta sconfortante. Accanto ai bagni c’è il rifugio antiaereo risalente alla seconda guerra mondiale: un cumulo di rifiuti rischia di seppellire questa memoria storica. Più in là ritroviamo l’ex casa del custode – al momento murata, abbandonata e circondata da rifiuti – destinata ad ospitare una postazione amministrativa del 118. Murato – anche se c’è chi prova, e a volte riesce, ad accedervi dopo aver smantellato una grata – è anche l’ex bar, l’unico punto ristoro della villa, un tempo mèta privilegiata per genitori e bambini. E sbarrata – per evidenti motivi visto il degrado e le situazioni di pericolo annesse e connesse – è la ludoteca comunale, al calar del sole punto di riferimento per spacciatori e malviventi.
Fra i tre locali c’è lo spazio per i giochini destinati ai più piccoli. Anche in questo caso lo scenario è desolante. I giochi sono vecchi e malandati e non offrono adeguate garanzie sul piano della sicurezza, basta dare un’occhiata al tappetino calpestabile che presenta un paio di buche, a rischio e pericolo dei bambini, laddove sorgeva uno dei giochini rimossi. I bambini devono fare attenzione ad utilizzare un’altra delle giostrine presenti a causa di un dislivello che si trasforma facilmente in una trappola.
Dal tardo pomeriggio alla sera lo scenario diventa ancora più inquietante: c’è chi si sveste e lascia i propri indumenti sulle siepi per farle asciugare, chi getta del cibo direttamente nel prato e chi dorme beatamente sulle panchine, per non parlare di coloro i quali decidono di scavalcare la recinzione per accedere di notte nei giardini pubblici, incuranti di norme e regolamenti.
Gli operai della Lupiae servizi fanno quello che possono: il loro compito è quello di assicurare il mantenimento e la pulizia del verde. Ma è del tutto evidente l’assoluta mancanza di controlli. Un vero peccato per l’unico polmone verde della città a due passi da piazza Mazzini e dal centro storico. Un brutto biglietto da visita per i tanti turisti che frequentano Lecce soprattutto nel periodo estivo.