In Commissione Cultura si è fatto oggi il punto sullo stato di attuazione delle mozioni approvate, su richiesta dei consiglieri interessati accolta dalla presidente Lucia Parchitelli. Assente la neo assessora Viviana Matrangola, che ha comunque anticipato in una nota l’intenzione di condividere le linee strategiche per il settore, è stato il direttore del Dipartimento Cultura, Aldo Patruno, a dare risposte sui passi compiuti dalla Giunta e dagli uffici regionali per dare seguito agli impegni contenuti nelle mozioni.
In particolare, sono state esaminate due mozioni del consigliere regionale Paolo Pagliaro. La prima, approvata a febbraio 2022 in Consiglio regionale, impegna la Giunta ad “attivarsi subito per chiedere alla Soprintendenza che venga avviato il procedimento per la dichiarazione d’interesse eccezionale della Cittadella in cui è inserito il Castello di Oria, in modo da renderlo nuovamente fruibile al pubblico come avvenuto per circa settant’anni fino al 2007, in considerazione dell’eccezionale valore storico, architettonico e culturale di questo bene fortemente identitario della Terra d’Otranto”.
Patruno ha spiegato che già nel 2022 la Regione ha presentato una richiesta formale, ma ha ribadito il problema legato alla proprietà privata del castello. Problema che – ha precisato il consigliere Pagliaro – si può aggirare proprio inserendo il bene in un progetto di valorizzazione complessivo della Cittadella di Oria, in cui il castello è incastonato. Dopo il recente post del vicepremier Matteo Salvini – che elogia la bellezza del castello di Oria e commenta “Ahimé chiuso da troppi anni, stiamo lavorando per riaprirlo” – cresce la speranza che il Governo Meloni si impegni per questo risultato. La prossima visita del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in Puglia sarà occasione per riproporre con forza la questione – ha annunciato Patruno – in linea con il mandato della mozione Pagliaro.
Si è fatto il punto anche su un’altra mozione importante, sempre a firma Pagliaro, approvata a novembre 2022. L’impegno per la giunta è a fare pressing per il riconoscimento delle grotte preistoriche salentine come Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, per tutelare e valorizzare un eccezionale giacimento storico archeologico pressoché sconosciuto, che merita invece di essere reso fruibile al pubblico. Il primo step – ha spiegato il direttore Patruno – è l’inserimento della tentative list italiana, un elenco di candidature nazionale. Poiché quelle inserite sono tutte fondate sul patrimonio storico, la candidatura delle grotte preistoriche salentine – che invece promuove il patrimonio paleontologico e quindi si distingue dalle altre – avrebbe possibilità assai più significative di essere presa in considerazione. Ma è necessario predisporre un dossier di candidatura che ha un costo stimato fra gli 80mila e i 100mila euro. Di fronte a questa prospettiva, il consigliere Pagliaro ha sollecitato il reperimento di queste risorse, coinvolgendo la Commissione Cultura. La via potrebbe essere un emendamento da inserire nella prossima legge di bilancio regionale, e le premesse perché venga approvato ci sono tutte.
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