LECCE – Uscire di casa ed avere subito accesso ai servizi essenziali: una realtà che per i cittadini dovrebbe essere scontata ma che, di fatto, non sempre lo è. Ad evidenziarlo è una ricerca del progetto del centro studi Tagliacarne in collaborazione con Il Sole 24 ore, secondo cui in Italia solo il 39% degli italiani ha accesso a un punto vendita alimentare a quindici minuti da casa, che si tratti di grande distribuzione organizzata (iper e supermercati, discount e minimarket) o del piccolo commercio al dettaglio (panifici, macellerie, pescherie, fruttivendoli e così via).
Molto alti in classifica i capoluoghi pugliesi: Barletta occupa il primo posto sia a livello nazionale che regionale, con il 68,4% dei cittadini che abita in prossimità delle attività. Segue Bari che raggiunge il secondo posto con il 63,7%, dove la preferenza netta è per le attività locali della piccola distribuzione. Foggia con il 59,2% si attesta terza, Taranto quarta e Brindisi quinta, quest’ultima però ai commercianti locali sembra preferire la grande distribuzione.
Meno bene fa la provincia di Lecce, all’ultimo posto in tutta la regione: qui solo un cittadino su due può raggiungere facilmente un punto vendita, anche se – va precisato- le attività di vicinato si fanno più rare in provincia e più corpose, di contro, a Lecce città.
Un’indagine che fa il paio con un allarme lanciato sempre dal centro studi Tagliacarne: a causa della desertificazione e dell’overturism, i piccoli negozi, come panettieri e macellerie, stanno drasticamente diminuendo nei centri storici, dove sembra difendersi solo la ristorazione. Un dato che deve fare riflettere.