Ripopolamento importante e significativo: questo il risultato del fermo pesca dei ricci di mare che vige in Puglia dal 5 maggio dell’anno scorso, grazie alla legge regionale proposta dal consigliere Paolo Pagliaro e approvata a larga maggioranza il 28 marzo 2023, con 41 voti favorevoli e uno solo contrario. Uno stop utile anche per il ripopolamento di altre specie ittiche, perché la pesca intensiva dei ricci di mare comporta la riduzione del pesce costiero che se ne ciba; e utile anche per l’equilibrio del mare, vista la funzione di “spazzini” svolta dai ricci.
I risultati del primo anno di fermo pesca – stando ai dati resi noti dall’assessore regionale all’agricoltura e alla pesca, Donato Pentassuglia – sono rilevanti e incoraggianti. Dunque, la strada è quella giusta e bisogna andare avanti, anche attraverso campagne d’informazione a tappeto – insiste il consigliere Pagliaro – perché tutti sappiano che è vietato pescare ricci nei mari pugliesi ancora per due anni, siano consapevoli delle sanzioni a cui vanno incontro i trasgressori, e si sentano partecipi di questo provvedimento che punta a riportare sui nostri fondali i ricci di mare ormai in via di estinzione. Una legge che può diventare modello anche per altre regioni, per ridare vita non soltanto ai ricci ma all’intero ecosistema marino.
Intanto resta aperta la partita sui ristori, che i pescatori con licenza aspettano ormai da un anno. Indennizzi che Pagliaro ha sollecitato da subito e a più riprese, presentando anche una mozione per impegnare la Giunta Emiliano a provvedere immediatamente, dando seguito a promesse e impegni ribaditi dall’assessore. La copertura finanziaria potrebbe arrivare dal progetto di ripopolamento condotto con Arpa e università, ma solo per i pescatori in regola con i contributi previdenziali, e gli indennizzi riguarderanno il 2023 e il 2024.
Ed è giro di vite su controlli e sanzioni, per far rispettare una legge necessaria che sta già dando ottimi frutti, grazie anche all’impegno di tutte le forze dell’ordine.