LECCE – Il giudice Pietro Errede denuncia gli inquirenti che si sono occupati delle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in cui è coinvolto, condotta dalla Procura di Potenza.
L’oggetto della querela: insulti sessisti, di cui il giudice è venuto a conoscenza, contenuti nei brogliacci dell’inchiesta.
In sostanza gli inquirenti, suddividendo le intercettazioni in più file, avrebbero nominato questi ultimi con un termine che farebbe volgarmente riferimento all’omosessualità.
Espressioni che il magistrato denuncia quali “offensive e sessiste e che non hanno alcuna giustificazione o attinenza con i fatti -si legge nella querela – espressioni volgari che non devono essere consentite a rappresentanti dello Stato e che lasciano trasparire solo pregiudizio e mancanza di serenità e imparzialità nello svolgimento delle indagini”. Per questo Errede ha presentato anche un esposto al Comando generale, regionale e provinciale di Lecce nei confronti dei militari responsabili, oltre ad aver comunicato l’accaduto al Csm e al ministro della Giustizia.