LECCE – Lo ha detto e lo ha fatto, esattamente il 29 maggio scorso. Il Codacons ha diffidato il Comune di Lecce, chiedendo contestualmente un accesso agli atti, per andare a fondo all’iter che ha partorito la copia della statua di Sant’Oronzo, issata sulla colonna dell’omonima piazza il 13 aprile scorso con una cerimonia ufficiale che ha chiamato a raccolta cittadini e istituzioni. Dopo pochi giorni, l’associazione a tutela dei consumatori aveva preannunciato di volerci vedere chiaro su due fronti: l’iter di affidamento dell’incarico di realizzazione della statua, per il quale è stata scelta la Fonderia Nolana del Giudice, e i costi sostenuti a tal fine, più di 200mila euro, raggiunti con il contributo di cittadini, imprenditori e della Banca Popolare Pugliese, il tutto tramite lo strumento dell’Art Bonus.
Cinque anni di lavori, troppi, per una copia eccessivamente costosa e neanche fedele all’originale: questi gli aspetti sotto accusa. Gli stessi per i quali il Codacons ha anche deciso di interpellare l’ANAC (autorità anticorruzione) chiedendo ufficialmente di monitorare la questione e i conseguenti sviluppi.
Nell’atto di diffida a Palazzo Carafa il Codacons riporta anche le dichiarazioni del Professor Vittorio Sgarbi: “Sant’Oronzo – ha detto – è una brutta riproduzione di un’originale che è stato ricoverato e che aspettava una copia delle stesse dimensioni, fatta in una tecnica così precisa da renderla indistinguibile dall’originale come accade in molti luoghi..viceversa, questo non è accaduto… la riproduzione è più piccola di un metro…è giusto che si riporti la scultura alle sue dimensioni originali, è giusto che chi ha tentato una scorciatoia ripari all’errore che ha fatto… le nano-tecniche e le nano tecnologie potevano consentire con il 3D una copia pressoché perfetta”. Una richiesta di trasparenza, quella del Codacons, avanzata anche e soprattutto – è motivato nella missiva – per tutelare tutti coloro i quali hanno scelto di contribuire economicamente al raggiungimento dell’obiettivo, per garantire che il Santo tornasse a vegliare su Lecce, considerato che la statua originale – come certificato con studi e sopralluoghi tecnici – su quella colonna non poteva più tornare.