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Cannes arriva nelle sale: i cult moderni ora al cinema

TELERAMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di Telerama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nelle sale cinematografiche. Cominciamo il nostro itinerario nelle proposte che in questi giorni stanno facendo parlare più di sé con il film storico “I Dannati” di Roberto Minervini, opera che ha recentemente vinto il premio dedicato alla miglior regia, nella sezione Une Certain Regard, durante l’ultimo festival di Cannes. Classe 1970, il cineasta è conosciuto nell’ambiente cinefilo per i i suoi tanti documentari, genere di cui viene considerato un esperto, tra lungometraggi e corti. Questa pellicola è infatti la prima opera di finzione firmata dal regista, che con questo dramma storico cerca di ricreare la follia della guerra, nel caso specifico utilizzando la guerra secessionistica statunitense come simbolo. Siamo nell’inverno del 1862, in Louisiana, dove diversi volontari si trovano a dover esplorare e presidiare i territori inesplorati del futuro stato del Montana. Minervini, anche se ha abbandonato il documentario, non rinnega il suo punto di vista incentrato sul lato sociale e politico della storia. La pellicola appare come una lunga epopea pacifista che visivamente richiama delle opere d’arte viventi, avvincenti, sporche e dinamiche. Questo documento, anche se porta con sé l’ingombrante peso della storia, riesce ad essere un lavoro di finzione entusiasmante e ricco di quel pathos desolante di Buzzatiana memoria.

Rimaniamo sulla 77esima croisette del festival di Cannes, epicentro mediatico fino ad una settimana fa, parlando di “Furiosa: a mad max saga” del regista australiano George Miller. Furiosa sta bruciando gli animi degli appassionati del genere. Il franchise di Mad Max, nato proprio dalla mente dell’autore di Brisbane nella fine degli anni settanta con il cult con Mel Gibson “Interceptor”, è arrivato alla sua quinta iterazione cinematografica. Questo prequel-spin off del quarto capitolo del 2015 “Fury road” che vinse ben 6 premi oscar, si concentrerà sul dare un background all’amatissimo personaggio interpretato da Charlize Theron, Furiosa. In questa pellicola il ruolo della donna è stato affidato all’attrice classe 96′ Anya Taylor-Joy, conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo di protagonista nella miniserie Netflix “La regina degli scacchi”. Miller ha deciso di utilizzare il focus su Furiosa per imbastire un grande film d’azione, già da ora emblema del western moderno, che punta ad arricchire con intelligenza la mitologia del fascinoso universo distopico di “Mad max”.

Concludiamo i nostri consigli settimanali parlandovi di un altro grande ritorno, introducendovi “Donnie Darko” di Richard Kelly, anticipando un cult degli anni 2000′, dal “mastodontico” peso, che a breve approderà nelle sale, per la prima volta in 4K. Ebbene si gente, il thriller fantascientifico che ha fatto appassionare un’intera generazione potrà essere ammirato in tutto il suo splendore sul grande schermo e magari senza l’inquietante compagnia di Frank…Chi è Frank? È un uomo con indosso un costume di coniglio antropomorfo, dai tratti demoniaci, che compare in sogno al protagonista Donnie all’inizio della pellicola per salvarlo da un’incidente mortale e allo stesso tempo per anticipare la venuta dell’apocalisse nelle prossime settimane, descrivendolo come un evento inevitabile.

Insomma…Frank può rimanersene a casa senza problemi, ma questo cult che ha lanciato la carriera di un giovanissimo e sorprendente Jake Gyllenhall merita di essere visto, anche e soprattutto da chi se lo fosse perso in precedenza. Il mese nell’adolescenza di Donnie è una parabola di filosofia, fisica, metafisica, religione, vita vera, e soprattutto, infine, d’amore. Da Donnie c’è tanto da prendere: la sua storia è un’eredità tangibile che chiunque abbia visto il film non può evitare di tatuarsi, metaforicamente, nell’anima. É sempre un tuffo emotivo nell’infanzia quando un’opera d’arte come questa è capace di collegare i fili della solitudine esistenziale dell’umanità. Merita una menzione d’onore la cover di “Mad world” del duo new wave degli anni 80′ “Tears for fears”, qui in una chiave più esistenzialista e meno dance, interpretata dall’artista Gary Jules.

DAVIDE PAGLIARO

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