BARI – Condanne definitive, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose, per i sette imputati per una serie di delitti commessi a Bari nel 2018: rapine a mano armata, l’omicidio del 33enne Fabiano Andolfi e il tentato omicidio di Filippo Cucumazzo. Gli arresti erano avvenuti il 29 marzo 2021, nell’ambito dell’operazione Alta Tensione. L’attività investigativa ha permesso di inquadrare i delitti nella guerra di mafia tra i clan Palermiti-Anemolo (egemoni nel quartiere Carrassi) e il clan Capriati, che si stava affacciando nella stessa porzione di territorio.
I Carabinieri del Comando provinciale di Bari hanno eseguito i sette ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari. Le pene inflitte vanno dai 20 ai 17 anni, per i delitti di omicidio, tentato omicidio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere, porto e detenzione di armi in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso. I destinatari dei provvedimenti sono Vincenzo Anemolo di 59 anni, il 54enne Giuseppe Caputo, Francesco Cascella di 38 anni, il 50enne Filippo Cucumazzo, Giovanni De Benedictis di 42 anni, Donato Maurizio Di Cosmo di 49 anni, il 29enne Roberto Mele, tutti di Bari. I provvedimenti sono stati eseguiti a Bari, Lecce e Sulmona.
Fabiano Andolfi fu ucciso il 14 gennaio 2018 nel quartiere Carrassi di Bari per dissidi con il clan Anemolo, dal quale si era staccato per confluire nel clan Capriati di Bari vecchia, perché voleva gestire in proprio estorsioni e spaccio di droga nel quartiere Carrassi, zona degli Anemolo. Andolfi fu eliminato mentre si trovava in casa della nonna dove scontava gli arresti domiciliari, in presenza di parenti. Qualche giorno prima dell’omicidio aveva insultato pubblicamente il boss Anemolo davanti a un bar.
Roberto Mele, fratellastro di Andolfi, qualche giorno dopo commise una rapina in un circolo ricreativo riconducibile ad Anemolo, dicendo ai gestori che il locale doveva passare sotto la sua competenza. Anemolo, a sua volta, avrebbe ordinato di uccidere Filippo Cucumazzo (autore materiale dell’omicidio Andolfi) che chiedeva un innalzamento del grado camorristico e una maggiore retribuzione dal clan, minacciando di raccontare le circostanze del delitto Anemolo alle forze dell’ordine. Il tentativo di agguato avvenne nel giugno 2018, ma Cucumazzo restò illeso.