LECCE – “Nel carcere di Valencia compare questa scritta: Qui entrano le persone non il reato”. E’ da qui che occorre ripartire per dare un’altra chiave di lettura al carcere, un luogo non-luogo dove il tempo è come rarefatto. Dove ad entrarvi deve essere la persona non il reato che ha commesso. Roberto Tanisi, fino a pochi mesi fa presidente del Tribunale di Lecce, ha voluto descrivere la difficile situazione di degrado che si registra nelle carceri italiane. Il suo spettacolo “Storie sbagliate”, in scena il 24 maggio al teatro Fasano di Taviano, diventa l’occasione per riflettere sulla condizione dei detenuti.
I numeri sono inquietanti. Dall’inizio dell’anno sono già 34 i detenuti che si sono tolti la vita. L’ultimo è di due giorni fa. Ecco perché occorre guardare oltre le sbarre, frugare nelle vite di chi è recluso, di cercarvi sensi di colpa e future speranze, o magari illusioni.
Uno spettacolo tra testimonianze di storie realmente vissute. Un pugno nello stomaco per quanti considerano il carcere un luogo di perdizione ed emarginazione.