BARI – Un milione di pugliesi, oggi, sono poveri. Il 23,6 percento delle persone, qui, vive in condizioni di povertà relativa. E’ il quadro emerso in Commissione Sanità del Consiglio regionale, riunita per affrontare il tema su richiesta del Partito democratico.
Una povertà data dal lavoro perso, dal lavoro che oggi c’è ma domani chissà, dalle botteghe artigiane costrette a chiudere sotto il peso della crisi economica, di sussidi statali interrotti o sospesi.
La stessa Caritas, che spesso si ritrova ad essere prima e unica spiaggia in cui approdare, ha chiaramente spiegato come in tutte le province pugliesi ci sia una richiesta di generi alimentari sempre crescente. Questo significa che le famiglie, sempre più famiglie, non riescono più nemmeno a sostenere la spesa quotidiana per mettere insieme il pranzo con la cena. Ecco perché, si è detto, la risposta delle istituzioni, della Regione su tutte, non può essere un semplice aiuto, una donazione o una erogazione una tantum ma una legge che renda certo un sostegno a chi è in difficoltà e che passi da indirizzi specifici in tutti i campi, come ed è solo un esempio, la lotta alla denutrizione e alla malnutrizione infantile. Genesi di altri ulteriori problemi. Bene, si è detto, i 30 progetti per la lotta alla povertà finanziati e al volontariato che consente a 100mila persone di avere un pasto caldo anche grazie alla legge anti spreco. Ma – è stata la sollecitazione – è necessario che quel cibo recuperato sia di qualità e che consenta una crescita adeguata dei bambini in età evolutiva.