CASTRÌ DI LECCE – “Eravamo solo in cerca di denaro: quell’uomo non doveva morire“. Il punto è che Donato Montinaro quel tragico 11 giugno del 2022 avrebbe iniziato ad urlare e dimenarsi alla vista di due uomini in casa sua e così la situazione sarebbe degenerata, fino a cagionargli la morte.
Tornano in aula i quattro imputati per l’omicidio del falegname 75enne di Castri di Lecce. Dopo la deposizione di Patrizia Piccinni, oggi è stata la volta degli altri tre. Su un punto tutti d’accordo: si trattò di una rapina sfociata nel sangue. Uccidere non era nei piani.
Patrizia Piccinni avrebbe dovuto intrattenere il proprietario di casa assecondando le sue avances, intanto Antonio Esposito, Emanuele Forte e Angela Martella avrebbero dovuto rovistare in comodini, cassetti e credenze a caccia di contanti. Nella ricostruzione di ciascuno degli imputati, però, i punti oscuri restano tanti e le contraddizioni alimentano i dubbi su chi abbia fatto cosa. Responsabilità e ruoli che potrebbero, invece, risultare determinanti in sede di sentenza, prevista per il 4 giugno prossimo.
È Angela Martella la prima a deporre in aula bunker, interrogata dalla Pm Erika Masetti e dal Giudice Pietro Baffa. Individuata dagli altri tre imputati quale promotrice della rapina, rispedisce l’accusa ai mittenti, dicendosi ignara della ricchezza della vittima ed estranea al suo assassinio.
A contraddire la versione della Martella, sono Forte ed Esposito: “è stata lei a dirci che lo conosceva, che aveva tanti soldi e quella sera ci ha proposto di andare” hanno ribattuto.
Stando alla loro ricostruzione, mentre i tre erano intenti a rovistare in casa, Montinaro si sarebbe avventato sulla Piccinni per tentare di violentarla e lei avrebbe chiesto aiuto. Un imprevisto che ha segnato il corso degli eventi. I due uomini a quel punto lo avrebbero immobilizzato e imbavagliato per farlo smettere di urlare. I rimorsi sarebbero subentrati, però, già nel tragitto del ritorno, tanto da chiedere alla Martella – alla guida dell’auto – di tornare indietro per slegarlo. Richiesta che la donna avrebbe rifiutato.
Forte ed Esposito hanno poi rimarcato di essere solo a caccia di denaro per continuare ad acquistare cocaina ed eroina. L’epilogo della rapina, non pianificato, avrebbe scioccato tutti e quattro gli imputati.
Il 16 aprile prossimo si terrà la requisitoria del Pubblico Ministero, il 7 maggio le arringhe degli avvocati difensori Verri, Alemanno, Puce e Maria Costantino. Il 4 giugno sarà la volta della sentenza.