BRINDISI – Non era semplice, anzi era quasi impossibile, ma il Brindisi, i ragazzi che vestono la maglia del Brindisi sono andati oltre ai propri limiti, oltre l’ostacolo psicologico di un campionato che per loro ha già, virtualmente, emesso la sentenza della retrocessione e hanno vinto con la Virtus Francavilla un derby che alla vigilia sembrava indirizzato verso la casa degli imperiali che dopo aver vinto lo scontro diretto con il Monterosi arrivavano al Fanuzzi per dare continuità di risultati sulla via per la salvezza.
Il Brindisi però ha avuto una marcia in più da innescare, quella dell’orgoglio, quella del dolore che vuole trasformarsi in gioia, la marcia di una dignità che va conservata fino alla fine, nonostante una crisi societaria che ancora non conosce una via d’uscita.
Nel proprio stadio la squadra allenata da Losacco non aveva mai vinto in questa stagione e ironia della sorte ha vinto proprio quando sugli spalti c’era solo la desolazione del vuoto, perché la gara si è giocata a porte chiuse per decisione delle autorità competenti.
Sono bastati 45 minuti ai ragazzi con la V sul petto per mettere alle corde una Virtus Francavilla scesa in campo in modo presuntuoso, pensando di aver già vinto.
Prima Bonnin prende l’ascensore, lascia a terra tutte le paure, e di testa batte Branduani per l’uno a zero e poi Trotta trova il raddoppio con la precisione chirurgica di chi vuole recidere col bisturi le negatività.
Peccato che questa reazione degli adriatici sia arrivata soltanto quando la matematica è pronta a emettere l’ultimo verdetto, peccato veramente, perché la squadra vista contro gli imperiali avrebbe meritato di giocarsela fino alla fine.
Domenica gli adriatici saranno impegnati a Crotone e anche lì bisognerà gettare il cuore oltre l’ostacolo.