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La regia è donna e trionfa in tre film ora al cinema

TELERAMA – Marzo, mese che da diversi anni ormai simboleggia l’universo femminile, è agli sgoccioli. In questo periodo sorge spontaneo pensare che la vasta proposta di produzioni con focus sul femminino nelle sale, sicuramente non è una casualità, ma un fenomeno finalmente nella sua fase più luminosa.

Sono tre le pellicole che, non solo decidono di analizzare tre prototipi differenti di donne e il loro approccio con il mondo, ma che lo fanno tramite il particolare punto di vista di altrettante professioniste dietro alla macchina da presa. Iniziamo questo viaggio nelle menti e nei cuori di queste grandi donne con “Priscilla” di Sofia Coppola. la famosissima regista, figlia d’arte del celeberrimo regista e produttore Francis Ford Coppola, che a partire dagli anni 90′ si è imposta come una delle autrici più originali della scena cinematografica post moderna, soffermandosi sul peso esistenziale dell’eredità lasciata dalle generazioni precedenti. Un discorso che facilmente una figlia d’arte può far suo. Ha deciso di tornare dietro alla macchina da presa con il biopic drammatico “Priscilla”. La pellicola è l’adattamento cinematografico delle memorie del 1985 “Elvis and me” scritte da Priscilla Presley e Sandra Harmon. La regista ha scelto questo punto di vista inedito e particolare per analizzare approfonditamente la figura di Elvis, sottolineando le differenze tra l’uomo e il mito. Ad interpretare la coppia d’amore e di pene sono Jacob Elordi e Cailee Spaney. La scelta del cast è azzeccata: lui è conosciuto dal grande pubblico per il suo Nate Jacobs nella serie teen “Euphoria” e la sua recente avventura come protagonista nel successo di fine 2023 “Saltburn”, film che nel periodo natalizio era sulla bocca di tutti. Lei invece non è un’attrice particolarmente nota, ma grazie alla sua interpretazione di Priscilla ha ricevuto il plauso da parte della critica, ricevendo la coppa volpi durante l’80esima edizione del Festival del cinema di Venezia. Quest’opera si presenta come un’interessante analisi della vita domestica pre-femminismo, mostrando la nascita di un sentimento rivoluzionario che è sfociato nella libertà di Priscilla.

Passiamo da un forte esempio di emancipazione femminile ad un altro con “Il teorema di Margherita” di Anna Novion. Tra le tantissime perle che sono state protagoniste della scorsa edizione del festival del cinema di Cannes, “Il teorema di Margherita” era una delle poche che ancora non aveva avuto una distribuzione in Italia, ma finalmente il pubblico italiano potrà conoscere questo nuova pellicola di Anna Novion. La trama di questo dramma antropologico e sociale, ruota attorno alla figura di Margherita, enfant prodige della matematica che si appresta a scrivere una tesi rivoluzionaria. Nel suo campus lei è una star, destinata a fare grandi cose non si occupa del suo aspetto o delle sue relazioni, per lei la matematica è tutto, il suo unico e sicuro futuro. Un errore imprevisto alla base della sua tesi la farà entrare in crisi, mettendola a confronto con una matricola che le ricorderà il suo genio e che soprattutto lo metterà in discussione. Un’opera cruda e analitica che cerca di fare un punto sulla condizione di stress esistenziale post millennio, in cui la gioventù è continuamente sotto la lente del “successo”.

Chiudiamo la selezione di questa settimana inoltrandoci nell’occulto con “Omen – l’origine del Presagio” di Arkasha Stevenson. la saga horror de “Il presagio”, ideata dal compianto regista Richard Donner, con questa pellicola arriva alla sua sesta iterazione che si colloca temporalmente prima degli eventi raccontati nella prima opera del 1976 in cui viene concepito il piccolo Damien, l’anticristo. Il film quindi si concentra sull’americana Margaret, donna che va a Roma per lavorare all’interno di una chiesa, dove scopre una cospirazione con l’apocalittico obiettivo di favorire la nascita dell’anticristo. Il franchise negli anni ha avuto un grande successo di pubblico, diventando un cult di genere, anche se nessun sequel ha raggiunto i picchi di inquietudine della prima pellicola. Pare naturale quindi la scelta di tornare alle origini della storia, mostrandoci le macchinazioni dietro alla discesa infernale della famiglia Thorn, vittima “innocente” di un male di proporzioni bibliche.

DAVIDE PAGLIARO

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