FOGGIA – Le immagini del sistema di videosorveglianza del carcere di Foggia la incastrano, confermando i riscontri investigativi della polizia penitenziaria a seguito del primo arresto, avvenuto il 10 aprile del 2023. Un’infermiera 50enne dell’Asl di Foggia, in servizio nella casa circondariale, a più riprese e con la complicità del marito avrebbe introdotto droga da destinare allo spaccio nel carcere del capoluogo dauno. La donna è stata arrestata con altre 15 persone dai finanzieri del comando provinciale di Bari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura. Otto le persone finite in carcere e altrettante ai domiciliari.
L’infermiera, originaria di Lesina, avrebbe portato nel carcere hascisc e marijuana destinati ai detenuti e, in un caso, anche un telefono cellulare. Dall’arresto della donna l’indagine si è estesa fino ad identificare la possibile rete di collaborazione. Sarebbero stati proprio i detenuti, appartenenti a diversi gruppi pugliesi, ad individuare l’operatrice sanitaria come “referente”. E lei, aiutata dal marito, avrebbe ritirato la droga in molti casi da parenti o amici dei detenuti in un centro commerciale del barese, o anche a domicilio nell’abitazione del fornitore in provincia di Foggia. Poi le sostanze stupefacenti venivano introdotte in carcere e distribuite ai detenuti. Dalle indagini è emerso un collaudato meccanismo illecito, mirato ad aggirare le restrizioni imposte dall’ordinamento penitenziario. Ogni “consegna” in carcere fruttava dai 100 ai 500 euro. Il 10 aprile dell’anno scorso la donna era stata colta in flagranza di reato mentre cercava di introdurre otto telefonini (tra micro e smartphone) e quasi 200 grammi di hashish. Oltre all’immediata sospensione dal servizio, era scattato per lei l’iter per il licenziamento.
L’infermiera e gli altri 15 arrestati sono indagati a vario titolo, e in concorso tra loro, per traffico di stupefacenti e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.