LEUCA – Che la scelta ricada sulle zone ideali, quelle maggiormente battute dal vento, fa parte dei giochi. Ma se la zona diventa sempre la stessa, allora la corsa alle rinnovabili si traduce in assalto e il Capo di Leuca si trasforma in colonia, per terra e per mare.
Il rischio, concreto, è nei numeri. E quello che oggi ci dicono è che al largo della costa leucana si contano ben tre progetti di impianti eolici off-shore.
Ai già noti “Odra” (90 turbine a partire da 13 chilometri di distanza dal litorale) e il parco galleggiante della DGM Global s.r.l (con 45 pale a 39 chilometri dalla costa), si aggiunge un terzo progetto depositato al Ministero dell’Ambiente e denominato “ABEI-Puglia”. Prevede 115 aerogeneratori a 28 chilometri dal litorale, tra i comuni di Salve, Morciano di Leuca e Patù. A proporlo la AEI wind Project srl, con sede legale a Roma.
“La potenza totale dell’impianto è di 1.725 MW” si legge nello studio preliminare ambientale. Le profondità nell’area in cui è prevista la realizzazione del parco va da 600 metri a 1.550 metri.
L’ultimo parere incassato, in ordine di tempo, risale al 15 dicembre scorso: per i soli aspetti di propria competenza, dal Comando militare dell’Esercito di Puglia è arrivato il placet al progetto “che – si legge – non interferisce con immobili militari, zone soggette a vincoli di servitù militari o poligoni di tiro“.
Un netto “no” è arrivato invece dal Comune di Ugento, di concerto con il Parco naturale regionale che insiste sul litorale, e dal Comune di Morciano di Leuca. Dalla Soprintendenza Speciale per il PNRR la richiesta di documentazione integrativa inerente vincoli, impatti su patrimonio culturale e paesaggistico, opere di mitigazione e, non da ultimo, impatto visivo.
Nei contributi depositati al Ministero ad ottobre il Comune ugentino spiega che “l’impianto si colloca chiaramente nell’area prospiciente la costa e nonostante le pale siano ipotizzate a 28 chilometri di distanza, sorgono frontali alla zona SIC “Litorale di Ugento” e l’oasi blu denominata “Le Secche di Ugento”. Inoltre “il parco – si legge ancora – risulta potenzialmente interessato dagli effetti del progetto, con le torri eoliche che potrebbero incidere sulla sopravvivenza dell’Avifauna migratoria, senza considerare che le coste del litorale ugentino rappresentano il maggiore sito di nidificazione di Caretta-caretta in tutta la regione“.
Nella stessa nota si rammenta infine la deliberazione del Consiglio comunale risalente già al novembre 2021 in cui è stata espressa “la netta contrarietà a tutti i progetti di parchi eolici off-shore al largo delle coste salentine, in considerazione del loro enorme impatto ambientale”. Tutto questo si traduce – conclude il Comune – in una “ferma manifestazione di contrarietà“.
Anche il Comune di Morciano di Leuca arriva dritto al punto: “appare evidente – si lege – come il progetto possa comportare importanti criticità per tutti i territori interessati“. Una su tutte: “Nonostante l’elevata distanza dalla costa, lo studio di intervisibilità del progetto evidenzia in maniera inequivocabile l’impatto paesaggistico dell’impianto su tutto il territorio di Morciano (…) In ogni punto sono visibili le pale eoliche per intero“. C’è poi il nodo delle opere a terra. “Il cavidotto offshore – prosegue la nota – attraversa delle biocenosi dei fondi a coralligeno di grande importanza conservazionistica, che rappresentano un’area di pesca di numerosi operatori della marina di Torre Vado. L’attraversamento comporterebbe un impatto negativo non solo in termini di perdita e frammentazione di habitat ma anche sulla piccola pesca”. Per tutto questo “l’Amministrazione esprime parere negativo alla realizzazione dell’opera in oggetto e, più in generale, alla realizzazione di parchi eolici off-shore a largo delle coste salentine, in considerazione del loro enorme impatto ambientale e paesaggistico“.
Del resto se per assurdo – perchè di assurdità si tratta per questo territorio – tutti e tre gli impianti immaginati al largo di Leuca dovessero realizzarsi, in mare si conterebbero 250 torri del vento. Il vento, risorsa inesauribile, rischierebbe di “inghiottire” il mare, che di inesauribile ormai custodice ben poco.