BARI – Bar, chiuso. Ristorante, chiuso. Tavola calda, chiusa. Fast Food, chiuso. Benvenuti nell’aeroporto di Bari Palese, dove la sera del 31 dicembre, alle 19, i servizi di ristorazione presenti all’interno erano desolatamente chiusi, nonostante gli oltre seicento passeggeri, compresi quelli che il giorno prima erano rimasti a terra per il volo cancellato da Wizzair e che per sdrammatizzare avevano inscenato un allegro trenino, pronti ad imbarcarsi sui voli destinati a raggiungere le principali capitali europee per trascorrere qualche giorno di vacanza. Tra questi, un professionista leccese, con moglie e figlio di appena due anni, arrivato in aeroporto in anticipo per effettuare in tutta calma il check in e mangiare qualcosa prima di salire a bordo del volo Ryan Air, destinazione Budapest. Ma niente, tutto chiuso. La rabbia e l’amarezza è tutta nelle parole del professionista: “Scandaloso”, dice, “una situazione che supera l’assurdo, visto che ci troviamo all’interno di un aeroporto come quello di Bari”. Il racconto non lascia spazio a giustificazioni per quanto accaduto la sera di capodanno. “Abbiamo cercato, noi come altri passeggeri presenti in aeroporto, di trovare un attività di ristorazione aperta, ma nulla. Alla fine, continua nel racconto, abbiamo trovato un bar, l’unico bar, aperto”. Fine della disavventura? Tutt’altro. E già, perché qui la situazione non è migliorata. Cibo freddo da frigo, nessuna possibilità di riscaldare le pietanze ed un conto per due porzioni di lasagna e due bevande che arriva a quaranta euro. “Non ‘erano nemmeno delle patatine, solo e per fortuna, qualche tarallino da far mangiare a mio figlio di due bambni”, aggiunge ancora il professionista leccese. E conclude: “Se mancano i servizi minimi, come si pretende di fare turismo e spiccare il volo”. Dall’aeroporto di Bari per ora è tutto. Parti e chiudo.