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Fermo pesca ricci: così la Regione difende la legge

PUGLIA – Avvalendosi del parere scientifico del professor Stefano Piraino, dell’Università del Salento, e dell’avvocato Vincenzo Tondi Della Mura, ordinario di diritto costituzionale, nelle scorse ore l’avvocatura regionale ha depositato la memoria difensiva in favore della legge regionale sul fermo pesca dei ricci per tre anni, proposta dal consigliere Paolo Pagliaro e impugnata dal consiglio dei ministri perchè ritenuta incostituzionale. Ciò che ha sostenuto la Regione, partendo dalle due consulenze è presto detto: il provvedimento è da ritenersi legittimo poiché eccezionale, temporaneo e territoriale, in quanto rispondendo ad un allarme di emergenza ittica per la sopravvivenza del riccio di mare a causa dei massicci prelievi. Il sovrasfruttamento del riccio di mare può configurarsi non soltanto come un depauperamento di una importante risorsa economica per le comunità costiere e per le categorie professionali direttamente interessate, ma anche come un vero e proprio danno ambientale per le conseguenze che la eradicazione di questa specie può determinare al corretto funzionamento dell’ecosistema marino. Allo Stato spetta il compito di assicurare la conservazione, alle regioni, invece, regolare la fruizione dei singoli beni e risorse naturali, potendo adottare norme di tutela ambientale più elevate. Sulla base di queste considerazioni, la legge pugliese rientra a pieno titolo nell’esercizio della competenza regionale in materia di pesca, in quanto vieta per un periodo di tempo limitato il prelievo, la raccolta e la commercializzazione della specie, favorendo il ripopolamento del riccio di mare. Il consiglio dei ministri ritiene poi incongruente la locuzione “mare territoriale regionale”, ma poiché il riccio di mare si trova a una profondità non superiore a 20 metri, vale a dire a breve distanza dalla linea di costa, è da ritenersi di competenza regionale. E così il fermo pesca introdotto dalla Regione Puglia appare come uno strumento adeguato, fondamentale e improcrastinabile per consentire il recupero di una specie a rischio di eradicazione totale dalla fascia costiera pugliese. Del resto, come dimostrato dal recente studio dell’università del Salento, dipartimento Scienze e tecnologie biologiche ed ambientali, guidato dal professor Piraino, ci sono intere aree in cui i ricci sono già completamente assenti. Non c’è tempo da perdere, dunque, per questo è corsa contro il tempo e la regione ne è convinta.

 

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