Attualità

Lecce, il ruolo del Mezzogiorno nel Mediterraneo nei “dialoghi di Adriana”

LECCE – Secondo incontro dei “Dialoghi di Adriana” alla Fondazione Palmieri di Lecce. La senatrice Adriana Poli Bortone ha dialogato con la senatrice Stefania Craxi, Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato e Presidente della Fondazione Craxi di Roma. Tema del dibattito, moderato dal Direttore del Quotidiano di Puglia,  Rosario Tornesello, è stato “Il Mezzogiorno porta d’Europa. La politica estera italiana nel Mediterraneo”. «Fu la senatrice Adriana Poli Bortone, alcuni anni fa, a lanciare lo slogan “Lecce porta d’Europa”, che oggi – dichiara il professor Michele Donno, responsabile provinciale del settore cultura di Io Sud – dimostra tutta la sua validità e attualità. Lecce, il Salento e il Mezzogiorno d’Italia sono “immersi fino al collo” nel mar Mediterraneo, un’area geopolitica strategica, sulla quale si affacciano tre aree altrettanto strategiche che sono i Balcani, il Medio Oriente ed il nord Africa. I rapporti economici e sociali con i Balcani, ad esempio, oggi sono divenuti molto importanti per la Puglia ed il Salento, basti pensare a come si stiano articolando e intensificando i rapporti con l’Albania». Stefania Craxi in questi ultimi mesi ha più volte ribadito come la crisi pandemica, seguita dalla guerra in Ucraina ed ora dal nuovo, drammatico, conflitto in Medio Oriente, oltre a ridefinire l’assetto delle relazioni internazionali, stiano, soprattutto, rafforzando la centralità geopolitica del Mediterraneo, un’area strategica, dove, oggi, si incrociano gli interessi di Stati Uniti e Cina, le ambizioni di Russia e Turchia, e si decide sul futuro di un continente complesso come l’Africa. «Dobbiamo riflettere su come “vivere” questa rinnovata centralità – precisa la senatrice Craxi –. Si tratta, quindi, di intessere nuove relazioni strategiche, di recuperare e rivitalizzare quelle esistenti». E, per il perseguimento di questi obiettivi, il ruolo del Sud d’Italia come “porta d’Europa”, come avamposto dell’Unione europea, è senza dubbio fondamentale. «Va detto con molta franchezza – prosegue Stefania Craxi – che in questi anni l’Europa ha manifestato proprio nell’ambito del Mediterraneo un approccio miope, fondato sulla competizione se non sulla esasperata conflittualità tra gli Stati membri, che ha contribuito a marginalizzare il ruolo comunitario nel suo complesso e favorito i soggetti terzi – dalla Cina alla Russia, passando per la Turchia, senza dimenticare Qatar ed Emirati Arabi Uniti – che hanno sfruttato le divisioni dell’Europa, la sua incapacità di leggere i fenomeni mediterranei, per sostituirla nella regione con il loro protagonismo assertivo e con i loro propositi egemonici. L’Italia – nonostante le discrete performance commerciali – si barcamena come può in un mare divenuto sconosciuto e più ostile di quanto non fosse in passato. Un Mediterraneo storicamente area di scambio e di contaminazione, ma pure teatro di forti contrasti, in cui il nostro Paese deve giocare un ruolo strategico, non solo per l’immutabile morfologia peninsulare; l’Italia, immersa nel mare nostrum, è, infatti, inevitabilmente toccata dai venti di crisi che soffiano a poche miglia dalle sue coste ed è la prima in Europa a subire l’impatto di problemi e fragilità che attraversano l’intera sponda sud. È prioritario, quindi, occuparsi del Mediterraneo in modo attivo e strutturato, rifuggendo quell’approccio occasionale e frastagliato che troppo spesso ha nutrito le nostre politiche, concentrate esclusivamente sul versante difensivo e della sicurezza, senza guardare alle potenzialità di sviluppo di un’area che, se favorite, comporterebbero certamente benefici diffusi. Credo che l’attuale Governo italiano abbia fatto bene a rimettere il Mediterraneo al centro della sua agenda strategica di politica internazionale e abbia fatto bene a pretendere che in Europa, anche nel contesto del G20, il Mediterraneo fosse centrale». Stefania Craxi ritiene, quindi, necessario definire un’Agenda per il Mediterraneo, articolandone i capitoli in termini di stabilizzazione, prosperità, crescita equa e condivisa. «Oggi, bisogna alimentare una nuova visione euro-mediterranea ad ampio raggio – sottolinea la Senatrice –, predisporre e mettere in atto azioni che favoriscano il dialogo tra le culture, che incidano sulla struttura socioeconomica di quei Paesi dai quali ci separa uno specchio d’acqua, che vanno aiutati a crescere attraverso una politica equilibrata di sviluppo, di investimenti, di innalzamento della qualità della vita».

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