SALENTO – “Ora sto bene” tre semplici parole che finalmente Amina Milo ha potuto pronunciare tornando ad assaporare il gusto perduto della libertà. La giovane 18enne era detenuta in Kazakistan ormai dall’11 luglio scorso. Nel primo pomeriggio dopo tante battaglie, appelli, richieste di aiuto, finalmente è stata liberata ed ha potuto lasciare il carcere di Astana in Kazakistan accompagnata dal legale Alibek Sekerov e dalla mamma, Asia. Amina avrà la possibilità di rientrare in Italia, nel suo amato salento, nella sua lequile, mettendo così la parola fine ad un incubo vissuto per troppo tempo. Potrà farlo però non subito. Potrà lasciarsi alle spalle una detenzione a cui è stata costretta con l’accusa di traffico internazionale di droga. Un inferno nel quale si è ritrovata senza conoscere una parola di russo o kazako, senza un interprete o un traduttore, in balia degli eventi e della polizia kazaka che l’avrebbe tenuta sequestrata e segregata per circa 16 giorni senza nessun motivo valido. Proprio per questi episodi la ragazza resterà il tempo necessario in Kazakistan per essere ascoltata nell’ambito del procedimento avviato dalla procura speciale di Astana contro due poliziotti, che avrebbero commesso abusi e violenze fisiche e psicologiche contro la ragazza nel periodo in cui per 16 giorni era stata sequestrata. Amina e la madre dovrebbero essere ospitate nell’ambasciata italiana al sicuro e sempre al sicuro dovrebbero sempre nei prossimi giorni rilasciare la testimonianza circa gli abusi subiti dai poliziotti.
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