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03 Dicembre 2023
Attualità

Leggende e misteri: viaggio tra i fantasmi del Salento

Don Tonino Bello – Tricase

LECCE-  Non solo meraviglia e barocco, ma anche mistero e soprattutto fantasmi. In questa giornata dedicata ad Halloween, tra mascherine, dolcetto o scherzetto, e zucche dipinte a tema, non potevamo non fare un viaggio nel Salento misterioso

Si tratta di leggende, di  presenze inquietanti, anime perdute e personaggi dalla vita maledetta che indugiano ancora dopo centinaia di anni nei vecchi palazzi, come nel Castello Carlo V. Qui si parla del  fantasma di Maria D’Enghien, contessa di Lecce e Regina di Napoli, morta il 9 maggio del 1446 e sepolta con grandi onori nell’antico monastero di Santa Croce, che però fu demolito per far posto proprio alle nuove mura del Castello. Proprio per questo, essendo stata distrutta la sua ultima dimora terrena, la contessa si aggirerebbe ancora al piano nobile, affacciandosi alle finestre della sala del trono.

Ma non finisce qui, perchè nel castello sembra esserci anche il fantasma  senza nome di un bambino, figlio di un militare di stanza che nel 1952 sarebbe caduto in un pozzo collegato al  fiume Idume. ..e ad anni distanza, oggi l’unica traccia della sua presenza sarebbe il lamento disperato con cui, ogni notte, invocherebbe, dalle profondità del castello, l’aiuto del padre.

In città, anche il Museo Faggiano ha il suo spettro, quello di un monaco, visto, o intravisto, da differenti testimoni nel corso degli ultimi 10 anni, mentre attraversa il muro tra la sala convegni e quella adiacente: proprio in quel punto sarebbe stata rinvenuta un’antica porta poi murata.

Ma ora spostiamoci nel Brindisino dove è nota a Mesagne la leggenda del fantasma di Donna Leta.  Tanto tempo fa, nel piccolo paese, questa   giovane donna di nome Leta notò un ragazzo del posto di cui si innamorò, ma a contrapporsi a questo amore ci pensarono i fratelli di Leta che impedirono il matrimonio con tutte le loro forze. I due amanti, quindi, decisero di scappare, trovando rifugio in una casa di campagna.

I fratelli di Leta decisero così di cercare e punire i due giovani infliggendo loro una punizione esemplare.  Cercarono in lungo e in largo e alla fine riuscirono a trovare il loro nascondiglio: inizialmente uccisero il ragazzo, poi scoprirono che Leta, perdendo una scarpetta, si era nascosta nel forno vicino l’abitazione e decisero di appiccare il fuoco. Leta morì così arsa viva, maledicendo i suoi fratelli. Da allora, nelle campagne mesagnesi, alcune persone giurano di aver visto una donna con abito bianco e senza una scarpa aggirarsi nei fabbricati abbandonati. Altri, invece, sembra che abbiano visto una donna affacciata alla finestra, vestita sempre di bianco, che osserva le campagne, forse per prevedere in anticipo l’arrivo dei fratelli.

Non è da meno la storia sulla Villa della Contessa di Talsano, nel tarantino, che  nell’Ottocento era abitata da questa nobildonna, in compagnia della servitù e di un maggiordomo innamorato di lei. Una notte però la contessa sentì  inquietanti rumori e uscì in giardino e sorprese i propri servitori intenti a compiere osceni riti satanici. La punizione per aver interrotto il rito fu atroce: la povera malcapitata venne uccisa e offerta in sacrificio al Maligno. Tra gli adepti della setta c’era lo stesso maggiordomo, che il giorno seguente, tornato in sé e resosi conto dell’orrendo delitto, si impiccò per il rimorso. Da allora i fantasmi della contessa e del maggiordomo si aggirano per le fatiscenti stanze della dimora.

Tante storie, fantasmi, tante leggende, quindi, in questo misterioso Salento che si veste ad hoc per la notte più tenebrosa dell’anno.

 

E.P.

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