
NARDO’ – Laddove fossero individuate aree similari e che rispondono agli stessi criteri compensativi, alcune di quelle oggetto di esproprio per favorire l’ampliamento della Pista Porsche tra Nardò e Porto Cesareo sarebbero salve. Due, più nel dettaglio, ossia quelle in cui sorgono attività: l’azienda Casearia “La Grande” e l’azienda agricola “Donna Gioconda”, tra le prime ad insorgere contro quell’esproprio regionale coatto, motivato dal principio della “pubblica utilità” che pure è stato oggetto di polemica.
Il potenziale dietrofront di Nardò Techical Center è stato comunicato tramite mail nelle scorse ore ai diretti interessati: la missiva è a firma di Asset, Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio. È il primo timido segnaole di apertura a fronte delle rimostranze di proprietari di terreni oggetto di esproprio. E tanto basta per tenere viva la speranza di far sopravvivere attività redditizie che da anni insistono su quei terreni.
“Al fine di salvare le attività agricole documentate e il settore occupazionale agricolo produttivo locale – si legge nella comunicazione di Asset – la Nardò Technical Center sta procedendo ad individuare ulteriori aree in alternativa a quelle oggetto di esproprio, che abbiano caratteristiche similari e che consentano di conseguire analoghe condizioni di compensazione ambientale in termini di estensione e di caratteristiche geomorfologiche. In conseguenza dell’eventuale individuazioni di tale aree – conclude – sarà possibile effettuare lo stralcio del piano particellare di esproprio degli immobili di vostra proprietà”. Un’ipotesi che sa di speranza da una parte e una velata ammissione di colpa dall’altra, considerato che l’apertura nasce – come è scritto – dalla presa d’atto delle attività produttive che insistono su quei terreni, e non da ieri, e che garantiscono ovviamente posti di lavoro.
A questo punto la domanda sorge spontanea: laddove l’alternativa fosse individuata, l’intero iter di approvazione che fine farebbe? La domanda è lecita, poiché stando alla normativa, cambiando l’ordine degli addendi di un progetto il risultato cambia eccome. Il cambio di particelle e del perimetro progettuali, dovrebbe riportare la partita al via, azzerando quanto fatto finora e tornando a chiedere ex novo tutti i pareri vincolanti. E se così fosse, perché non fermarsi a riflettere prima? Prima, ad esempio, di far ratificare l’accordo ai due comuni interessati, come avvenuto?
In attesa di risposte, il consigliere regionale Paolo Pagliaro – che ha sposato da battaglia, portandola in Regione – arriva dritto al punto:
“Il dietrofront di Porsche su alcuni espropri – dice – conferma la fondatezza dei miei dubbi sull’intero piano e sugli espropri in particolare. A fine agosto ho presentato un’interrogazione urgente in cui contestavo il presupposto della pubblica utilità per un’opera privata – ricorda – Sono dalla parte dei proprietari che chiedono giustizia e denunciano il mancato coinvolgimento nei piani dell’azienda e della Regione. Chiedo dunque di annullare la delibera sugli espropri e di procedere con trattative private con chi è disposto a vendere i suoi terreni, purché la vendita non sia imposta come alternativa all’esproprio”.
In un’interrogazione indirizzata al Governatore e agli assessori competenti, Delli Noci e Palese, Pagliaro aveva già chiesto di bloccare le procedure di esproprio. E “visto questo macroscopico pasticcio a cui oggi stanno provando a rimediare – dice – è evidente che la pianificazione è stata fatta alla cieca”.
Pagliaro rimarca poi di non aver nulla in contrario rispetto al valore e al piano di investimenti messi in campo da Porsche, purché si rispetti la vita e lo sviluppo del territorio. È anche per questo che il consigliere chiede di far luce sulle compensazioni annunciate, “un espediente per giustificare la pubblica utilità” dice. Così come ricorda il prezzo pagato, chiedendo chiarezza sugli espropri, dalla ormai ex vicesindaca di Porto Cesareo Anna Peluso, “che, alla luce di questi sviluppi, chiedo torni subito a ricoprire l’incarico che ha dimostrato di meritare, difendendo gli interessi della comunità”.
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