Attualità

Il payback sanitario, azienda vince il ricorso e scongiura il fallimento

LECCE – Payback sanitario, un’arma a doppio taglio per le tante aziende che producono e forniscono dispositivi medici al servizio pubblico e chiamate a versare complessivamente oltre un miliardo di euro concorrendo a ripianare il superamento del tetto di spesa regionale per gli acquisti del quadrienni 2015/2018. Nei mesi scorsi, quindi, il Ministero delle Salute ha emanato due decreti con i quali ha dato attuazione alla procedura accelerata, certificando gli sforamenti regionali, tra i quali quello della Regione Puglia. L’Ente regionale ha, quindi, adottato le successive determinazioni con le quali ha quantificato l’importo da addebitare ad ogni fornitore di dispositivi medici e ne ha chiesto la liquidazione entro il 30 settembre, poi prorogato al 30 ottobre. Contro i provvedimenti è insorta una azienda salentina, assistita dall’Avv. Luigi Quinto, fornitrice di dispositivi medici per diverse ASL ed ospedali pugliesi e destinataria di una richiesta di payback per oltre mezzo milione di euro. Di fatto è stata contestata la compatibilità del sistema payback, rvidenziando tre profili di illegittimità: le imprese non hanno mai conosciuto il tetto di spesa regionale del settore, non avevano alcuna possibilità di verificare l’evoluzione della finanza regionale per comprendere l’andamento in rapporto al rispetto di tale vincolo di spesa, non avevano alcuno strumento per incidere sulla spesa pubblica. Di fronte a queste contestazioni, il Tar del Lazio ha accolto la tesiu difensiva, mettendo al riparo l’azienda da un esborso di denaro, quasi mezzo milione di euro, che avrebbe decretato il fallimento dell’azienda con gravi danni occupazionali. La decisione dei Giudici Amministrativi, dichiara l’avvocato Luigi Quinto, è uno snodo cruciale in una vicenda giudiziaria che conta oltre 1800 ricorsi pendenti per un ammontare di diversi milioni di euro, e che in sede di merito, aggiunge ancora il legale dell’azienda, dovrà affrontare non solo i molteplici motivi di illegittimità evidenziati in atti, ma, anche, i profili di incostituzionalità che minano alla base il sistema del payback dei dispositivi medici.

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