POTENZA-BENEVENTO – «Paga o indaghiamo su di te». Minacce per costringere a pagare per insabbiare indagini costruite probabilmente a tavolino. Un nuovo scandalo si abbatte sul Tribunale di Lecce e coinvolge un viceprocuratore onorario ed un avvocato. Sette in tutto gli indagati. I militari della Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Potenza, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri nell’ambito di un fascicolo coordinato dal pubblico ministero Vincenzo Montemurro, che ipotizza i reati di corruzione, concussione e induzione indebita a carico dei sette indagati, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità.
Il vice procuratore Antonio Zito, 57enne residente in provincia di Taranto, e l’avvocato Giancarlo De Valerio, 47enne nato a Mesagne e residente a Manduria, tra aprile e gennaio avrebbero ottenuto 12mila euro da un imprenditore nato in Svizzera, indagato a sua volta, per bloccare presunte azioni giudiziarie nei suoi confronti. Per convincerlo a pagare avrebbero anche organizzato un controllo concordato da parte di una pattuglia di carabinieri.
Zito si sarebbe fatto promettere denaro anche da altre persone, sempre allo scopo di insabbiare indagini. Gli altri quattro indagati, tra cui dipendenti della Asl di Taranto, tutti residenti tra le province di Lecce e Taranto, secondo l’ipotesi di accusa sarebbero finiti nella rete del viceprocuratore per via di indagini a loro carico.
L’indagine è partita l’anno scorso a seguito di segnalazioni giunte alla Gdf sull’attività del magistrato onorario che, oltre a svolgere le funzioni di viceprocuratore onorario nella procura di Lecce, dove è stato applicato dopo aver vinto il concorso nel 2022, svolge anche quella di avvocato penalista nel tarantino, con studio a Crispiano. Zito risulta coinvolto anche in un’inchiesta della Procura di Benevento per altri reati, scaturita da alcune intercettazioni emerse dall’indagine della Gdf nell’ambito dell’inchiesta lucana.
