Attualità

Nel Brindisino problemi a non finire per la gestione della Movida…

BRINDISI – Per la gestione della movida quella del 2023 sarà certamente un’estate da dimenticare per gli amministratori di gran parte dei comuni della provincia di Brindisi.

I primi segnali di tensione erano giunti dal capoluogo, dove qualche residente esasperato aveva lanciato delle uova sui clienti di un pub situato nel cuore del centro storico. Poi l’ordinanza sindacale molto permissiva nei confronti dei locali della movida e il provvedimento di sospensione della sua efficacia emesso dai giudici del Tar di Lecce.

Ad Ostuni, invece, sui musicisti impegnati a suonare all’esterno di un locale è arrivata una secchiata d’acqua lanciata dal balcone di uno degli abitanti della zona. Il tutto, a pochi metri di distanza dal punto in cui due anni fa un ex assessore scese in strada e sfasciò un impianto di amplificazione in preda all’esasperazione per l’impossibilità di riposare in pace.

A Ceglie Messapica, poi, due locali di una piazzetta centrale vengono fermati ogni sera dalle forze dell’ordine che a loro volta intervengono su richiesta degli abitanti della zona.

Insomma, è come se non ci sia un punto di intesa raggiungibile tra chi abita nel centro storico e chi svolge attività commerciali destinate al popolo della notte.

Il fatto curioso consiste nel non comprendere il motivo per cui questa battaglia si è sviluppata contemporaneamente in tanti comuni italiani dove fino allo scorso anno la coesistenza era possibile.

Il problema, ancora una volta, sta nell’assenza di regole certe e comprensibili che non lascino spazio a dubbie interpretazioni e che contemplino le necessità di tutti.

Certo, chi abita nel centro storico non può pensare di vivere la tranquillità di una dimora situata in aperta campagna e quindi negli orari che saranno stabiliti dovrà convivere con  la presenza di musica ed avventori dei locali. Allo stesso tempo, i titolari di pub e strutture enogastronomiche dovranno capire che in pieno centro non si può dar vita a discoteche a cielo aperto e che il volume dell’’amplificazione va tenuto nei limiti di emissioni che dovrebbero essere chiariti in maniera definitiva. Un dato è certo. Bisogna arrivare ad una intesa perché non è con uova e secchiate d’acqua che si può risolvere il problema.

Mimmo Consales

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