LECCE E PROVINCIA – La piaga del sommerso vista mare ha il tempo contato: le fiamme gialle del Comando provinciale di Lecce, da giorni, hanno messo in atto una stretta serratissima sulle case vacanza affittate in nero.
Ciò che è emerso nelle principali località costiere della provincia di Lecce è presto detto: sono stati pizzicati 23 proprietari di seconde e terze case impiegate per alloggiare i vacanzieri. Il punto è che nel farlo hanno “dimenticato” di dichiarare al Fisco redditi per oltre 100mila euro.
I controlli di natura fiscale sono stati condotti anche a Lecce città, oltre ai principali centri della costa adriatica e ionica a maggiore vocazione turistica, fino a spingersi anche nell’entroterra.
Tra Otranto, Gallipoli, Ugento, Santa Caterina, Santa Cesarea, Leuca e Porto Cesareo, i finanzieri hanno condotto un’attività di indagine capillare già a partire da giugno. Gli accertamenti ispettivi nei confronti dei proprietari di alloggi destinati illecitamente alla locazione turistica hanno cristallizzato l’assenza di autorizzazioni all’esercizio dell’attività, il mancato rispetto della normativa sul canone di locazione e la mancata registrazione dei contratti di affitto.
Non solo case vacanze. Ad omettere la trasmissione telematica dei corrispettivi, obbligatoria per Legge, sono state anche altre attività, come ad esempio, bar e caffè, ristoranti, empori di articoli casalinghi, ambulanti nei mercati settimanali, panetterie e rosticcerie, parrucchieri, noleggiatori di pedalò e natanti, stabilimenti balneari. In tutto sono state rilevate 100 violazioni, con rispettive sanzioni.
Le attività di controllo – fanno sapere dalla Guardia di Finanza – proseguiranno per tutta la stagione estiva appena iniziata, in considerazione del notevole afflusso di turisti che interessa il territorio. L’obiettivo è dichiara guerra all’evasione fiscale, che ostacola lo sviluppo economico e mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato.