LECCE – Cani maltratti e usati per chiedere l’elemosina. Dopo il servizio-denuncia di ieri, la situazione continua a rimanere invariata. Stesse scene in città e stessa indignazione. E sulla vicenda intervengono Giancarlo Capoccia e Stefania Mello, rispettivamente coordinatore cittadino e responsabile del dipartimento creature non umane del Movimento Regione Salento. “La questione della sicurezza urbana e la presenza di cani molossi i cui i proprietari, per lo più tutti senza fissa dimora, che girovagano liberi nella nostra città e nei nostri parchi, sono argomenti complessi che richiedono una valutazione attenta e bilanciata, afferma Capoccia. Che incalza: Sulla questione abbiamo lanciato diversi allarmi organizzando anche un sit in di protesta il 20 marzo del 2022 proprio vicino al Monumento dei caduti. Il coordinatore cittadino di Lecce del Movimento regione Salento, inoltre sottolinea come, al di là delle rassicurazioni di facciata pervenute dall’assessore al Welfare di Lecce nulla è cambiato, anzi, la situazione sembra essere precipitata. “Capita, purtroppo, che siamo costretti ad assistere ad una vera e propria conquista di un territorio, come quello di Piazza Italia, trasformato in una roccaforte dei senza fissa dimora con cani al seguito, luoghi in cui nessuno può accedere o transitare altrimenti rischia di subire minacce e intimidazioni. Stesso problema lo troviamo all’interno della villa comunale divenuta, a scapito delle famiglie e dalle persone anziane, terra di nessuno e questo problema di verifica anche per le maggiori vie cittadine frequentatissime da cittadini e turisti”. Una situazione, che precipita giorno dopo giorno: “Abbiamo assistito ad eventi ancor più gravi come l’aggressione, nel quartiere Santa Rosa, ad una donna ed al suo cagnolino. Per non parlare dei maltrattamenti che subiscono questi animali e il loro utilizzo per accattonaggio, cosa vietata proprio dal regolamento comunale per la tutela ed il benessere degli animali”. La responsabile del dipartimento creature umane del Movimento, Stefania Mello, invece chiama in causa l’Asl leccese: “L’Asl ha funzioni di vigilanza sul trattamento degli animali da affezione, sulla tutela igienico-sanitaria degli stessi, su tutti i controlli connessi all’attuazione della legge del 3 aprile 95, nonché sulla gestione dell’anagrafe canina regionale. Ed è proprio su questo punto che sorgono alcune domande: se il regolamento del comune di Lecce obbliga i proprietari di cani all’inserimento del microchip identificativo presso il Servizio Veterinario della ASL come possono, questi, essere microcippati se i loro proprietari sono senza fissa dimora?” Per questo, incalza Stefania Mello, chiediamo al sindaco di Lecce, al quale spetta la vigilanza sulla osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali, compreso il rispetto del Regolamento comunale dell’aprile del 2013, di attivarsi per una risoluzione immediata del problema”. Intanto, nelle prossime ore, potrebbe esserci un incontro tra i responsabili di alcune associazioni animaliste e l’amministrazione comunale.
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