LECCE – Rumore metallico, captato dalle pulci installate nell’auto dell’imputato. Rumore che per gli investigatori era quello dei pezzi dello scooter usato dal presunto assassino e poi smontato e abbandonato in campagna.
Di questo ha parlato un luogotenente dei carabinieri, teste nella nuova udienza nel processo per l’omicidio di Silvano Nestola, carabiniere 45enne in congedo, freddato a colpi di fucile davanti agli occhi del figlioletto la sera del 3 maggio 2021 dopo aver cenato a casa della sorella alla periferia di Copertino. Unico imputato è Michele Aportone,71enne di San Donaci, padre della donna con cui il carabiniere aveva avuto una relazione. Relazione osteggiata dai genitori di lei. Con gli stessi captatori è stato possibile, ha spiegato l’investigatore, localizzare il luogo di abbandono del materiale. Le parti sezionate del motorino furono infatti ritrovate proprio lì.
Due furono i mezzi usati dall’assassino: un furgone bianco e un motorino blu, quest’ultimo caricato a bordo del mezzo più grande e usato per percorrere il tratto finale per raggiungere il luogo del delitto. Il teste ha anche riferito che nella intercettazione ambientale si sente la voce, a suo dire dell’imputato, che prende in giro gli investigatori, con tanto di “Comandante ciao…” pronunciato dopo aver abbandonato i rottami in campagna.
E in Corte d’Assise, presidente Pietro Baffa, Francesca Mariano a latere e giudici popolari, ha poi deposto il rivenditore di telefoni e materiale elettrico dal quale l’imputato avrebbe acquistato GPS e altri rilevatori di spostamento che, secondo l’accusa, furono usati per monitorare gli spostamenti dell’autovettura della figlia.
Prossima udienza, il 19 settembre, quando saranno ascoltati gli ufficiali del R.I.S. dei carabinieri e il generale Luciano Garofano, consulente della difesa, e si chiuderà l’istruttoria dibattimentale con requisitoria del pubblico ministero Alberto Santacatterina, rinviando poi a novembre per la discussione della difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Conte.