Lecce, a Monza ‘l’ultima Curva” con rabbia, orgoglio e sentimento

LECCE – (t.d.g.) È il momento, anzi lo è già da un po’, di fare quadrato intorno alla squadra giallorossa. Sicuramente per un girone di ritorno che ha dato pochissima eccitazione concorrono molti fattori che oggi non farebbero altro che alimentare inutili polemiche a due giornate dalla conclusione di un campionato diviso in due parti dal Mondiale in Qatar.

Ma nella ripartenza post Mondiale il Lecce di Baroni aveva mostrato buona gamba e stesso spirito pre natalizio. Poi la flessione, la difficoltà di premere sull’acceleratore quasi volesse non chiudere i giochi salvezza in anticipo.

Così ora si trova coinvolto in una corsa salvezza a tre. Il Lecce è davanti a Spezia e Verona, ma con un vantaggio  esiguo  sulle immediate inseguitrici.

Fortunatamente la rincorsa del Verona ha avuto degli intoppi (vedi la sconfitta interna contro il Torino dopo il blitz in terra salentina). Il Lecce, invece, pur impegnandosi e mostrando una propria definita identità ( o per meglio dire: fedeltà al 4-3-3) è stato altalenante (ma neanche tanto) nei risultati e irriconoscibile rispetto alla parte centrale del torneo.

Molti dei problemi riscontrati dalla truppa di Baroni sono stati fisiologici: squadra giovane, neo promossa e con un numero di scommesse oltre il limite consentito. Scelte coraggiose, ma rischiose.

Probabilmente di più non si poteva fare in fase di allestimento della rosa.

Non resta che soffrire fino alla fine. A partire dalla trasferta di Monza dove 38 anni fa il Lecce conquistò la prima storica promozione in Serie A.

Domenica scorsa il Lecce ha giocato contro lo Spezia la partita numero 600  nella sua storia in Serie A.

Solo 23 club hanno saputo fare meglio: solo  7 si trovano nell’Italia centromeridionale; solo 4 nell’Italia meridionale e insulare e solo 1 in Puglia. Numeri che devono rendere orgogliosi i tifosi giallorossi. Che domenica a Monza ci saranno (come ci sono sempre stati). Come 38 anni fa. Rabbia e polemiche possono attendere. Adesso voce, colore  e passione sugli spalti. Come prima, più di prima. Cuore e grinta in campo. A Monza “l’ultima Curva” prima del rettilineo e della volata finale.

 

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