
LECCE – Con diverse operazioni di intelligence, osservazione, controllo e senso del dovere, tra il 26 aprile scorso e il 10 maggio, gli agenti della polizia penitenziaria di lecce hanno dato una forte accelerata alle attività di prevenzione e repressione di attività illecite che si consumano in ambito penitenziario. Un risultato che inorgoglisce la polizia penitenziaria che con un comunicato firmato da tutte le sigle sindacali unite, quelle stesse che il 26 aprile scorso avevano dato vita ad un sit-in di due giorni davanti all’ingresso dell’istituto leccese, esalta i risultati raggiunti evidenziando i sacrifici di chi, si legge testualmente, “ogni giorno espleta il proprio servizio con grandi difficolta, nel silenzio e con grande senso del dovere”. Non manca il riferimento alle criticità maggiori alla luce delle quali i risultati ottenuti assumono maggiore consistenza, la carenza cronica di personale, i carichi di lavoro, i diritti contrattuali negati. Usando la moderna tecnologia dei droni ed di altri sistemi definiti “sopraffini” gli agenti di Lecce nell’ultimo periodo hanno sequestrato 6 microtelefoni e quasi 385 grammi di sostanza stupefacente deferendo i protagonisti di tali illeciti all’Autorità Giudiziaria. I sindacati in sostanza dicono “Grazie” ai baschi azzurri leccesi, agli uomini e donne della Polizia Penitenziaria. Occasione anche per rimarcare, dicono i sindacati, “il continuo abbandono da parte di un Amministrazione assente e silente”, di fronte al quale il corpo ha risposto con un forte senso del dovere, e un grande spirito di sacrificio. Amministrazione sollecitata appena poche ore fa nuovamente con una lettera che mette a nudo il problema del sovraffollamento nell’istituto leccese. Al momento l’Istituto salentino ospita circa 1100 detenuti, rispetto ai 796 previsti (con un sovraffollamento del 138%), di cui una parte sottoposti a regime di sorveglianza ex 14 bis e quello che una volta era considerato vanto per l’Amministrazione Penitenziaria, oggi può definirsi “deposito” delle problematiche regionali. Con circa 600 poliziotti ed in queste condizioni, appare impossibile garantire il corretto svolgimento dell’attività penitenziaria, in particolar modo se si pensa che all’apertura del nuovo padiglione C3, avvenuta ormai da alcuni anni, non sia MAI seguita l’implementazione promessa (e dovuta) dai Superiori Uffici. La richiesta è chiara, intervenire in maniera efficace equilibrando le criticità.
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